SAN SALVO | Annata eccezionale, quella del 2016, per le utenze registrate nell’ambito del settore archeologico e museale di San Salvo. Fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2016,
infatti, più di 4.000 persone hanno visitato il Museo archeologico civico Porta della Terra, un risultato che si deve a diversi fattori ma che certamente andrà a costituire un record difficilmente eguagliabile anche nei prossimi anni. Ad annunciarlo Numeri così alti si devono infatti da una parte alla consolidata attività della Parsifal società cooperativa (il gestore del Museo e del Parco Archeologico di San Salvo), con le aperture ordinarie (una settimanale d’inverno, due d’estate) e straordinarie del Museo, le attività svolte con le scuole, comprensive di quelle laboratoriali e de “I Ludi del Sole”; dall’altra alle mostre allestite - durante l’anno - nelle sale del Museo, una formula assolutamente originale per la suggestione e l’attrattività del contesto, insieme a specifiche altre attività.
Il quadro dei dati complessivi relativi agli ingressi degli ultimi cinque anni è il seguente: 2012 n. 723 visitatori; 2013 n. 852; 2014 n. 2069; 2015 n. 2.282 e 2016 n. 4.416.
«La nostra amministrazione comunale – commenta il sindaco Tiziana Magnacca – si è caratterizzata anche per la grande attenzione riservata alla cultura che abbiamo promosso e sostenuto valorizzando un settore che deve essere il fiore all’occhiello per ogni città. San Salvo, voglio ribadirlo, ha una sua storia e identità culturale ben riconoscibili che possono contribuire a fare crescere l’interesse storico e turistico dei visitatori. Il positivo riscontro di pubblico al Museo è la dimostrazione che se diamo vita a eventi e opportunità per attrarre la gente nel centro più antico si raccolgono benefici a vantaggio di tutta la città.
Entrando nel merito degli eventi e delle attività che in tale periodo hanno comportato un maggiore afflusso di visitatori ricordiamo la Mostra-concorso di arte presepiale (con oltre 900 visitatori in media per ciascuna delle edizioni 2013/2016), la Settimana della cultura, Nottambula (la Notte bianca) e altre iniziative esclusivamente annuali come “In Vino Veritas” (2012), il Concerto del duo Aulos (2013), MuseOn (2014), Mostra dei ricami (Unitré, 2016), Vinum et cultura (2016), Corso di formazione docenti di Italia Nostra (2016) nonché la grande mostra delle Copie dei Mosaici Antichi di Ravenna (sempre del 2016) senza dubbio un evento unico per la qualità delle opere, la particolarità dell’allestimento e il positivo riscontro di pubblico ottenuto.
«La lezione che si può trarre da questi dati – spiega l’assessore alla Cultura Giovanni Artese – è che senza un’intensa attività culturale (nonché di promozione turistica, specie d’estate) anche la fruizione dell’importante, fondamentale patrimonio del Museo archeologico civico può rimanere limitata alla cerchia degli estimatori, studiosi e della progettualità delle scuole; e che, in un momento di grandi difficoltà finanziarie per le Amministrazioni locali, vanno colti innanzitutto i suggerimenti e le proposte che le associazioni e la società civile avanzano».
Ed è questo il compito che l’Assessorato alla Cultura potrà ancora svolgere nei prossimi, pochi mesi di fine mandato, essendo purtroppo mancati quei supporti economici da parte della Regione e dello Stato (si pensi all’attesa infinita per l’uscita della graduatoria del bando “Bellezza-Governo”, prevista per il 10 agosto 2016!) che avrebbero potuto consentire anche la prosecuzione dell’esplorazione e il recupero dell’acquedotto romano ipogeo, il completamento dei lavori e il restauro della cripta di San Giuseppe, lo scavo e la sistemazione delle aree archeologiche di via San Rocco, di San Vito del Trigno e del II vico Fontana Seconda, nonché il restauro della chiesetta di San Rocco e il recupero di alcuni ambienti del centro storico cittadino particolarmente adatti per attività culturali ed economiche legate al turismo.
Dunque un grazie a tutti i soggetti coinvolti - nel periodo 2012/2016 - nella gestione e valorizzazione del Museo civico e del contiguo Parco archeologico, nell’aspettativa, per il 2017, di poter almeno arricchire la dotazione museale con il corpus delle 120 monete romane attualmente in restauro presso la Soprintendenza archeologica d’Abruzzo, le monete dell’Italia unita 1860/1960 donate da Antonio Di Battista, e il bel pozzo romano in laterizio scoperto due anni fa appena sotto la località “I Colli”.