Lo storico don Cirillo Piovesan è stato il primo a mettere per iscritto i particolari dell’ arrivo delle reliquie di San Vitale a San Salvo, 20 dicembre 1745 notte di San Tommaso. Una folla straordinaria attendeva commossa e in preghiera. Faceva molto freddo, per cui venne
acceso un fuoco enorme , che prese nome “Lu foche de San Tumuàsse”. Il noto giornalista di Vasto , Giuseppe Catania, ha redatto un articolo contenente passi di una cronaca fine 1800, che riporta altre particolarità sulle reliquie di San Vitale e lu foche de San Tumuàsse. Ecco il testo completo:” Nella notte dal 20 al 21 dicembre uno stuolo numeroso di soldati turchi sbarcati a nord della foce del Trigno, si avventurò nel tenimento di San Salvo per assaltare la cittadina presso Vasto e impadronirsi del preziose reliquie del protettore San Vitale. Gli abitanti, pur abituati a simili agguati, che frequentemente li comprendevano, dormivano tranquillamente; in quella notte tremenda furono destati da un improvviso suono di campane. Balzarono dal sonno e si riunirono nella piazza armati di forche e di badili, pronti a respingere ogni attacco. E poiché non si vedeva alcun pericolo imminente, corsero alla chiesa: un gran fuoco ardeva davanti; sull’altare maggiore l’urna preziosa delle reliquie di San Vitale, splendeva in mezzo a centinaia di ceri e le campane continuavano a suonare furiosamente, senza che alcuna mano muovesse le funi. Si gridò al miracolo, alla salvezza … Da quell’epoca, ogni anno, nella notte di San Tommaso, gli abitanti si riuniscono nella piazza attorno al gran fuoco benedetto dal parroco per invocare la protezione del Santo Patrono; è notte di ringraziamento e di festa: lo scoppio dei petardi ed il suono delle campane inondano la valle sottostante e raggiungono il vasto e ritmico respiro del mare”.
Michele Molino