La “ guerra” dei vasi da notte tra Salvanesi e soldati scozzesi. Il comandante puntò la pistola…
Le truppe alleate entrarono nel territorio di San Salvo nel novembre del 1943. Un drappello di soldati scozzesi si era stabilito nella palazzina dell’ufficio postale in piazza San Vitale, dove oggi si trova la Caffetteria del Quadrilatero, confinante con la “Camera di sicurezza” dove Peppino Torricella,
guardia municipale, rinchiudeva gli ubriachi in evidente stato di ebbrezza, soltanto che per farli rinsavire, li foraggiava con un sacchetto pieno di sabbia, per fare in modo che la pelle non mostrasse segni di arrossamento e gonfiore. Le fogne mancavano in tutto il paese. La gente, che non aveva la stalla o il pozzo nero dove fare i bisogni primari, si recava a lu trafòre e vuallingiàll (fuori dalla zona abitata). Bisognava tenere gli occhi aperti per non subire rovesciate di pitali (pisciatìhure) sui vestiti. La piazzetta davanti alla caserma era continuamente ricoperta da un grosso strato di melma, pertanto l’unica alternativa per gli scozzesi era di fare i bisogni corporali sui fogli di giornali, chiudere il “plico” nei lembi e lanciarlo il più lontano possibile. La pazienza degli abitanti vicini non poteva durare per sempre. Una notte di luna piena, un certo Antonio, che aveva per soprannome Vuàgnelucchie) si lasciò andare al bisogno corporale sul gradino dell’ ingresso della caserma. Prima dell’alba, un ufficiale scozzese indossò il kilt (costume tradizionale) ed aprì. Davanti alla scena restò con gli occhi sbarrati. Radunò in quel momento la sua pattuglia e disse pressappoco: “ Dobbiamo scoprire in un baleno chi è stato a sporcare il gradino della caserma, lo puniremo con la massima durezza”. Di lì a poco, i soldati beccarono Antonio a casa della madre. Il comandante gli puntò subito la pistola al petto, dicendo in italiano strampalato:” Se vuoi salva la vita, ti conviene andare subito a togliere la sporcizia”. La madre, che chiamavano affettuosamente za Miliàtte, scoppiò subito a piangere. Prese l’asciugamano migliore dal cassetto dell’armadio, la bacinella di liscivia, la spazzola e fece sparire ogni traccia di sporco dal gradino. La prima fognatura del territorio di San Salvo fu realizzata dalla ditta Magrelli solamente nel 1948.
Michele Molino