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L’avv. Artese, il macellaio, il cane

Il primo sansalvese ad esercitare l’avvocatura fu Costantino Artese. Aveva lo studio all'interno del suo  palazzo in via  Orientale.Le persone più anziane  raccontano di lui  una storiella divertente. Remmicchéle,  il macellaio del paese,   aveva  appena finito di appendere un agnellone al  gancio

della  sua macelleria. Un cane fiutò l’odore della carne fresca e,  guidato dall’istinto animale, giunse in un attimo alla macelleria.  Si  avvinghiò sulla preda e cominciò a divorare grossi pezzi di carne. Arrivò il titolare dell’esercizio, pertanto  il cane fu costretto ad abbandonare  la preda,  e quindi  scomparire tra le viuzze.  Dell’agnello intero era rimasto appeso al gancio molto meno della metà. Il macellaio riconobbe il cane dai colori dei pelami, pertanto  ci mise poco ad individuarne il padrone. Apparteneva  a  don Costantino. Tutto infuriato si avviò verso la casa del prestigioso avvocato.  “Don Custandì  - esordì  -  so minùte a tta  pé nu cunséjienu cuànë  zà magnàte  mezz’ agnèll  c’avè ppase  nnend lu macell” (cioè, don Costantino sono venuto da te per avere un consiglio, un cane ha mangiato metà del mio agnello che avevo poco prima appeso davanti al mio macello). Pronto intervento di  don Costantino: ” Il padrone del cane è tenuto a risarcirti del danno con la somma di lire mille”.  Il macellaio ribatté subito : ” Si prùprie  li  vu sapà, è  lu cuane tò che za  magnàte  l’agnéll”  (se proprio lo vuoi sapere , è il tuo cane che ha mangiato l’agnello).  Alle parole del macellaio, don Costantino trasalì: “ Se io ti devo  dare 10 mila lire per  il risarcimento dell’agnello, va bene, sappi però che per la mia consulenza legale mi devi  tu ventimila”. A quelle frasi, il macellaio, fece le scale in quattro e quattr’otto  e scomparve.

Michele  Molino

 

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