San Salvo - News

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Adriano Toscani, pastore,  a 10 anni percorreva tratturi durante la transumanza

Siamo andati a trovare, per fare quattro chiacchiere,  Adriano Toscani , pastore ,  64 anni,  baffi sottilissimi ed occhi scuri e profondi.  Nonostante risieda a San Salvo da molti anni, non ha dimenticato  l’idioma del suo paese nelle Marche. Nato da una famiglia di pastori 

durante la transumanza del gregge, iniziò a frequentare la prima elementare a Valle Castellana. Ogni mattina doveva percorrere un sentiero di 6  chilometri sotto la neve, la pioggia ed il caldo torrido. Entrava a scuola  inondato di sudore. Nelle ore pomeridiane coadiuvava  alla mungitura e  alla cura del gregge.  

E vanno  pel tratturo antico al piano quasi per un erbal silente su le vestigia degli antichi padri”.  Così Gabriele D’Annunzio descrive , il lungo viaggio dei pastori con le loro greggi dalle montagne abruzzesi  al Tavoliere delle Puglia; un viaggio a piedi di centinaia di chilometri, che avveniva attraverso tratturi. Adriano  a dieci anni  insieme ai genitori e agli zii cominciò  a percorrere i  tratturi. Un “viaggio” massacrante a piedi  della durata di un mese da Macchia d’Arborea (TE) al Tavoliere delle Puglia. Non esistevano domeniche e giorni festivi.  Quando mancava l’acqua era costretto ad usare l'acqua  piovana  o attingere dalle pozzanghere.  Per difendere il gregge  dai lupi, si faceva aiutare dai cani. La sera accanto al fuoco  preparava il formaggio. Nel 1968 la sua famiglia si trasferì a Mafalda. Trecento pecore da accudire.  Lo stazzo era a pochi passi dal fiume Trigno.  Adriano e i suoi due fratelli acquistarono nel territorio di San Salvo una superficie di circa mille metri  e realizzarono  realizzare  un appartamento ciascuno  ed un grande  giardino condominiale.  

Si  sposò  con una donna, che gli donò,  uno dopo l’altro, quattro bellissimi bimbi. “ Nessuno dei miei figli deve fare  il mio  mestiere -  ha sottolineato Adriano -  duro lavoro è  quello del  pastore. Non è  redditizio come una volta”.  La vita del pastore piace  ancora ad Adriano.  Una vita grama, ma che egli vede con un alone fantastico,  quasi felice. Dopo vicendevoli saluti, Adriano scruta l’ orologio ed esclama: “ Questa notte spetta a me  fare la guardia al gregge”.

Nei momenti dedicati alla riflessione sul passato, riaffiorano in lui i ricordi della transumanza;  giornate tremende sotto  la pioggia, la grandine e il vento forte;  lui e i suoi due fratelli  che guidavano il gregge,  tra  nuvole  di polvere,  sciami di mosche,  l’abbaiare dei cani,  i belati  ed  il suono argentino dei campanacci.

Michele Molino

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