La pietra miliare che i nostri avi, intorno a 200 anni fa, collocarono in prossimità dell’attuale macelleria Travaglini in Corso Garibaldi per scandire la distanza chilometrica delle strade statali è sempre lì. Per fortuna non è stata tolta. I Salvanesi la chiamarono “Términe”.
E’ ottimamente conservato e tenuto davanti al muro di cinta di una giardino. Il proprietario va applaudito! Quanti ricordi legati a quel blocco di pietra squadrato dalla mano dell’uomo. Nei tempi passati in quella zona esisteva solo la casa della famiglia Ricciardi. Quel nome “lu termine” dice molto di più di quanto si possa immaginare. Lu tèrmine rappresentava una specie di linea di confine per le ragazze di San Salvo, che nelle passeggiate domenicali, per evitare il mormorio delle persone pettegole, non si spingevano oltre quella linea di demarcazione. “Sèm’ arrivuìte vicène a lu términe e sem’ariggirìte”. La mattina del 28 aprile in quel luogo s’incontravano i parrocchiani di San Salvo e quelli di Lentella in processione con le rispettive statue del santo patrono San Vitale e dei santi Cosma e Damiano.
Foto di Antonino Vicoli
Michele Molino