Raffaele Paganelli, da emigrato salvanese in Australia a imprenditore di successo Un giorno, però, …
Raffaele Paganelli, salvanese, figlio di umili contadini, frequentava nel 1945 la prima elementare. Nnon aveva nemmeno la cartella scolastica, bensì una cassetta porta munizioni della seconda guerra mondiale in cui conservava tutto l’occorrente. Ogni volta che arrivava dentro l’aula, i compagni di scuola
scoppiavano in risate fragorose. Una mattina, preso dalla collera, colpì uno dei compagni, con un calcio alla schiena. Da allora cominciarono a temerlo e rispettarlo. Era bravo a scuola. Nel 1958 partì per il servizio di leva. Diventò l’autista personale del Comandante della Divisione. A soli 24 anni acquistò un autotreno (il primo a San Salvo). L’anno seguente ne comprò un altro. Ad un certo punto, la fortuna gli voltò le spalle. I due camion restarono incidentati; tre autotreni comprati successivamente, subirono la stessa sorte. Ne acquistò altri due, nonostante gli annunci di lavoro rallentavano. Prima della fase più acuta della crisi economica, espatriò in Australia. Trovò lavoro come addetto alle pulizie di un grande stabilimento industriale. Prese il patentino di saldatore; fu immediatamente assunto in una grossa azienda meccanica; per dimostrare il suo forte attaccamento e fedeltà all’azienda lavorò 35 giorni (giorno e notte) senza dormire. Per recuperare il sonno perso, dormì sette giorni di seguito. Ottenne la promozione a capo reparto. Dopo anni di duro lavoro, aprì uno stabilimento di parti di ricambio per le automobili. In seguito, fondò una concessionaria di automezzi, assumendo una trentina di persone; acquistò 120 ettari di terreno. Aveva ,ormai, raggiunto una posizione di assoluto rilievo. E’ proprio vero, quando meno ce lo aspettiamo, la vita ci sorprende. Una mattina, mentre Raffaele stava potando un albero nel giardino della sua abitazione, fu travolto da un tronco di grosso fusto, che l’ha colpito in pieno, restando paralizzato. Raffaele! Forza!
Michele Molino