UN SANTO VISSE E MORI’ A SAN SALVO
Sfogliando per caso una monografia dello scrittore pugliese Gabriele Tardio, mi sono imbattuto in alcune informazioni di particolare interesse storico riguardanti l’antico borgo di San Salvo all’inizio del ‘500 (contava circa 500 abitanti).
Il cardinale Francisco Jiménez de Cisneros, per diffondere la fede cristiana in modo capillare, fece costruire a sue spese, sei conventi dedicati a Maria Vergine, lungo il tratturo L’Aquila-Foggia, in prossimità di San Salvo, Forlì del Sannio, Lacedonia, Vitulano, Celenza Valfortore, Stignano. Affidò la direzione dell’Ordine, francescano, a Salvatore degli Scalzi, spagnolo. Il frate nel 1510 si stabilì definitivamente nel piccolo monastero di San Salvo (attuale chiesa della Madonna delle Grazie). La sua vita ispirata alla stretta osservanza della regola francescana fu molto austera (Salvator discalceatus Minoribus ad ictus). Andava a piedi nudi anche con la neve, dormiva sul terreno, acquietava lo stomaco solo con pane e acqua. Passava giorno e notte pregando (prostato per terra). Spesso si ammalava. I suo accoliti lo incitavano a mangiare un po’ di carne e pesce; rispondeva che faceva male alla sua anima. Fece molte opere di carità. Fu un modello di santità. Scrisse diversi libri tra cui:“ L’oratione della dottrina Christiana” e ”La regola e la via della felicità. Dopo una lunga e sofferta malattia si spense il 25 febbraio 1517, all’età di 78 anni nel convento della Madonna delle Grazie in San Salvo dove fu sepolto. La presenza dei frati durò fino al 1652. Molti anni fa, sotto il pavimento, sono stati ritrovati resti umani, tra cui potrebbero esserci quelli di San Salvatore. Auspico che altri proseguano le ricerche.
Michele Molino