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L'assenza politica di Amato e dei suoi

Maria Amato ed i suoi scrivono al segretario regionale del Pd per motivare la loro assenza, politica dal congresso cittadino di Vasto, dove è stato eletto segreteraio del Pd l'ex sindaco Luciano Lapenna

 

Al segretario regionale PD
Marco Rapino

NON PARTECIPIAMO AD UN CONGRESSO FINTO 
Dopo oltre un anno di commissariamento, di sospensione della democrazia interna al Pd, di silenzio assoluto sulle questioni piccoli e grandi della politica, di silenzio e mancato coinvolgimento sulle questione amministrative che interessano la Città, il disagio e l'imbarazzo ci conducono ad assumere una decisione che umilierebbe chiunque tenga a questo Partito, che si accinge a celebrare un congresso dove ogni cosa è gia scritta. 
1) Assistiamo a un congresso anomalo, senza che sia stata mai aperta una discussione politica sulle idee, sui progetti, sull'organizzazione. Stiamo per assistere ad un congresso dove tutto è stato pianificato tra pochi. 
2) Un congresso di un Partito Democratico di cui non si conoscono gli iscritti, quanti sono, chi sono, essendoci stato impedito, in violazione del regolamento, di conoscerne l'anagrafe. Tutto è nella nebbia. 
3) Si sta per celebrare un congresso semiclandestino, poiché molti iscritti non hanno ricevuto la comunicazione, contravvenendo a una delle regole più importanti della democrazia del Pd(due dei sottoscrittori di questo documento fanno parte degli sfortunati).

Dov’è finita la politica del Centrosinistra a Vasto? Non dovrebbe essere terreno di confronto per idee e progetti? Dopo oltre un anno di commissariamento, come sintomo inequivocabile di uno stato di sofferenza della politica attuale, non si è visto niente di tutto ciò, nessun dibattito politico costruttivo è stato instaurato, ma c’è stata esclusivamente una sola volontà: mantenere il controllo di una scatola vuota per evitare fastidi all'amministrazione e tentare di vincere un posto nelle prossime tornate elettorali, nazionale e regionale. 
È imbarazzante e triste assistere ad un congresso farsa, vuoto, giocato non sul piano politico, ma solo su quello personale, in cui l’obiettivo primario è la distruzione dell’avversario, la brama di conquistare il potere, con un conseguente appiattimento su chi vince e l’amara consapevolezza che, chi ha vinto, non sa esattamente in che direzione andare. 
Il partito in cui credevamo, oggi è ridotto ad una accozzaglia di interessi personali, esso ormai è solo una sigla vuota. Il PD, di fatti, a Vasto, è una entità fatta di sparuti tifosi, che la pensano tutti allo stesso modo. Un marchio registrato e niente più. Siamo come sul Titanic, ma si continua a ballare. 
Tutto ciò indurrà la maggior parte degli elettori del Pd a perdere ulteriormente fiducia e alimentare ancora di più l’antipolitica. 
Ciò che manca, e che sta probabilmente decretando il fallimento di questa gestione politica, è una visione di insieme. Prendere in mano le redini di una città non vuol dire preoccuparsi esclusivamente dell'ordinario, del contingente, spesso "alla meno peggio" ma, soprattutto, essere capaci di guardare in prospettiva, pianificando una progettualità, restituendo alla nostra città la speranza, ormai quasi svanita, di potersi immaginare un futuro qui. 
In conseguenza di quanto suddetto, non partecipiamo alla celebrazione di un congresso finto, per non dare ad esso neanche parvenza di legittimità.

Maria Amato
Angelo Bucciarelli
Giuseppe D'Aurizio
Raimondo Pascale