La spartizione di un ente pubblico comunale tra Tagliente e Lapenna: il Teatro Rossetti!
Molta acqua è passata sotto i ponti da quando Tagliente Sindaco di Vasto cacciò Bellafronte dalla Scuola civica musicale mentre con sarcasmo e ironia lo etichettava come il nuovo Mozart vastese. Adesso incarica Bitritto presidente della associazione
degli amici del Teatro Rossetti a intervenire a difesa di Bellafronte per la brillante conduzione del teatro. Il miracolo del trasformismo in Italia non deve stupire come non mi stupisce il Tagliente che giura a Pontida e si unisce alla lega di Salvini cercandosi un posto in parlamento. Prima di questo passaggio però, si accorda con il suo collega di banco regionale Lapenna, per spartirsi un ente cittadino ovvero il teatro rossetti, finanziato dal 2007 ad oggi per circa 700 mila euro dalle casse del comune, per una serie di 10 piccoli concerti tra classici (quartetti soprattutto e sempre gli stessi compositori), e jazz per ogni singola stagione. Follia, sperpero, truffe vere e proprie. Se si pensa che per anni il tradizionale concerto di capodanno con una orchestra sinfonica di giro viene pagato oltre 11 mila euro, mentre il costo reale ammonta a soli 3000 euro, allora ci viene spontaneo pensare che si voglia approfittare dell’ente comune e dei soldi dei cittadini. Che il giorno 8 febbraio 2017 Tagliente e Lapenna si siano spartiti il Teatro Rossetti ci viene confermato dai nomi che ne fanno parte: Bitritto presidente, Bacceli membro del direttivo, area Tagliente; Anna Maria di Paolo da sempre nell’entourage Lapenna e consorte, Bianca Campli consorte di Lapenna, Raimondo Pascale area Lapenna Bucciarelli. Finanche Bellafronte ha inserito un suo allievo chitarrista di nome di Ienno. Il sindaco attuale di Vasto pare vivere altrove, estraneo, evanescente. Naturalmente nelle 700 mila euro includo anche gli emolumenti a Bellafronte e i contributi assistenziali. Questi ultimi vengono erogati anche dal conservatorio di Campobasso e anche dalla scuola civica musicale? Questa è la domanda che rivolgo a Bitritto, Peppino Forte, al sindaco Menna; e la smettano di nascondersi dietro fumisterie parolaie. Ci dicano la verità in modo chiaro e trasparente. Naturalmente non includo nelle 700 mila euro i costi di manutenzione ordinaria, di riscaldamento, e varie altre voci per cui andremo molto molto al di sopra della cifra enorme citata. Bitritto intanto, sottolinea con enfasi che il teatro è sempre esaurito! Non dice però che il teatro contiene massimo 130 posti a sedere e se consideriamo 20 in piedi siamo a 150. Intanto la città è composta da 44 mila cittadini che non possono utilizzare una struttura comunale che pure grava sulle loro tasche o bilanci familiari. Una pseudo media borghesia annoiata la domenica sfila dentro il teatro: vogliamo fare i nomi? Altro che successo di pubblico! Una piccolissima elite di amici e amiche e amici degli amici, questo il pubblico di questi anni. E poi una vera discriminazione mi pare ripetersi continuamente in questa città: esiste una convenzione ad escludere alcune figure o associazioni che producono cultura musicale e teatrale da oltre trenta anni e a costi molto inferiori, impegnati in qualità e ricerca. Perché allora non si allarga a nuove realtà culturali che vengono continuamente mortificate e scoraggiate soprattutto da chi aveva dichiarato falsamente di appartenere alla sinistra?. A fronte di un fiume di danaro sperperato dalla cricca al potere, manifesto e occulto, ma il cui massimo responsabile risponde al nome di Luciano Lapenna - il quale ha mandato quasi in dissesto le casse comunali nel decennio maledetto, - amo ripetere la frase seguente: “Claudio Abbado, figura indimenticabile, riconosciuto tra i più grandi direttori d'orchestra del mondo, purtroppo scomparso, gran parte dei guadagni ottenuti dirigendo le più prestigiose filarmoniche, lo destinava alla formazione e creazione di orchestre giovanili, allo scopo di coltivare talenti emergenti e consentire a tutti l'accesso alla formazione di base musicale.” Temo che viviamo in un verminaio affaristico da cui sarà impossibile uscire, e dove ogni tentativo di ricostruzione di una questione morale naufragherà inesorabilmente: almeno per l’immediato!.
Menna Ivo ambientalista storico e rappresentante osservatorio nazionale amianto