Editoriali

amuina

Lo scioglimento della neve al sole

SAN SALVO | Le neve della settimana scorsa è stata notevole eppure è bastato il combinato disposto del “garbino” e della pioggia per scioglierla in un battibaleno. Anche in politica è così.

Gli esponenti politici del centrodestra erano notevoli in Provincia di Chieti. Fino a tre anni avevano il più potente assessore regionale (Mauro Febbo), il più impegnato dei parlamentari di maggioranza (Fabrizio Di Stefano), governavano la provincia di Chieti ed erano presenti in maggioranza o in minoranza in quasi tutti i Comuni, senza contare i presidenti e consiglieri di Amministrazioni alla Fira, alla Sangritana, ai Consorzi di Bonifica, ecc… Eppure è bastato il combinato disposto del “garbino” (soffiato da Federica Chiavaroli) e della pioggia (piovuta da Di i Primio) per far sciogliere tutto questo come la neve della settimana scorsa. Con le elezioni provinciali di ieri, in cui hanno votato solo i consiglieri comunali ed i sindaci, sono stati eletti sette consiglieri di centrosinistra, tre di centro (ovvero l’ Ncd alleato con il Pd a livello nazionale) e solo due di centrodestra, tra cui Tonino Marcello, nostro concittadino e galantuomo.

Anche il fascismo si sciolse come neve al sole, ma ci volle una guerra mondiale. Lo stesso Psi si sciolse come neve al sole, ma ci volle il ciclone mediatico-giudiziaria di Tangentopoli. Perché il centrodestra provinciale è stato abbandonato dai propri consiglieri in questa dimensione è cosa da studiare, ma certamente un fenomeno del genere si verifica se la base non si fida più dei leader e li abbandona al proprio destino, trovando sorprendentemente riparo sotto altre sigle.

A San Salvo, il centrosinistra è riuscito ad esprimere un deputato, un assessore regionale, un consigliere regionale, un presidente del Consiglio provinciale, un assessore provinciale e vari consiglieri, segretari provinciali di partito, presidenti di Consorzi e Distretti, consiglieri di Enti e del Civeta, consiglieri comunali, assessori e sindaco. Oggi di tutto questo sono rimasti solo sei consiglieri di minoranza, ma anche, cosa più notevole, ben 4588 elettori (pari al 48,26%) che hanno votato Luciano D’ Alfonso due anni e mezzo fa. Eppure – la storia insegna - anche questo patrimonio potrebbe sciogliersi come neve al sole, se solo gli elettori dovessero scoprire che i leader al posto di fare le giuste battaglie si mettono a fare ammuina.

Ods