E se il pallino passasse ai più piccoli?
SAN SALVO | Il comunicato del Pd – Psi – Sel ed Abruzzo dei Valori si chiude con “Un ulteriore incontro di approfondimento è previsto nei prossimi giorni”. Ci permettiamo di fare qualche
ipotesi (non richiesto) sia a beneficio di coloro che andranno all’incontro di approfondimento e sia a beneficio di coloro che non ci andranno, previa inquadratura del contesto.
L’ 11 luglio scorso, il Pd ha tenuto nella storica sede di Via delle Rose una riunione di pezzi grossi, chiusa da un comunicato dell’autorevole segretario provinciale, Chiara Zappalorto, in cui la stessa affermava: “Il nostro primo impegno sarà quello di ritrovare l'unità anche a San Salvo”.
San Salvo democratica (lista civica, nata cinque anni fa da una scissione dello stesso Pd) ha risposto con un altro comunicato che era poco più di una doccia fredda: “…A chi chiede di condividere un percorso comune diciamo che non abbiamo preclusioni nei confronti di nessuno, ma al contempo non diamo nulla per scontato, navighiamo in mare aperto e a vele spiegate nell'interesse esclusivo dei cittadini. Per noi sono decisivi il programma, la coalizione e le donne e gli uomini che dovranno attuarlo. Tutto questo deve essere basato su un elemento di chiarezza rispetto a quanto avvenuto in passato nella nostra città, chiarezza che finora non c'è stata, purtroppo”.
Ieri c’è stata una riunione a cui non hanno partecipato né i centristi di Fabio Travaglini e né Ssd, che ha inviato una mail, comunicando la propria disertazione, invocando nuovamente chiarezza pubblica. In politica ciò che vuole Ssd si chiama pregiudiziale.In pratica un partito non si siede al tavolo se prima non viene accettata una sua precondizione. In questo caso, la precondizione è la chiarezza. Come si supera questa pregiudiziale ?
IPOTESI A – Il Pd, al suo massimo livello provinciale – regionale vuole “ritrovare unità”, quindi dovrebbe assecondare la richiesta dei fratelli separati. Per cui potrebbe dire: “Ok. Voi volete la chiarezza su quanto è avvenuto e noi siamo disposti a darvela, ammettendo di aver sbagliato l’ultima volta a non votare il bilancio, a mandare a casa Marchese e a farci una lista da soli. Pertanto, vi chiediamo scusa. La sanzione per l’ errore fatto è quello di lasciarvi decidere chi dovrà essere il candidato alla carica di sindaco, perché noi stavolta ci rinunciamo dimostrandovi quanto siamo unitari”. Se il Pd dicesse queste cose (magari in diretta streaming, come si usa adesso) sicuramente ci sarebbe l’unità a sinistra. Ma un grande partito (che ha appena vinto a Vasto e che esprime in provincia di Chieti due tra gli esponenti più potenti della compagine regionale) è quasi impossibile che possa dire una cosa del genere.
IPOTESI B – In subordine, il Pd potrebbe dire: “Cari compagni ed amici di San Salvo democratica, rientrate nel partito, azzeriamo le cariche, facciamo una segreteria condivisa e ripartiamo da prima che scoppiassero i dissidi tra di noi. Se ci mettiamo a parlare del passato, sicuramente non troviamo la quadra, ma visto che (tanto voi, quanto noi) siamo indispensabili per la vittoria, apriamo un processo unitario”. Questa ipotesi sarebbe più facile della prima, ma la vediamo dura, anche se un precedente c’è: alle ultime elezioni Spadano ed Argirò, pur di vincere, misero da parte il passato e fecero una coalizione condivisa. Non che quella tregua sia durata in eterno (come si è visto), ma comunque ha garantito la vittoria alla loro coalizione.
IPOTESI C - Il Pd potrebbe non dire niente, ma far chiamare da qualche esponente regionale (che comanda) un esponente (ancora incavolato) di Ssd ed offrirgli un posto (vero) in qualche ente. Sarebbe una forma di risarcimento, insomma sarebbe come riconoscere l’errore senza dirlo. In politica si fa: l’hanno appena fatto nella vicina Vasto, dove le elezioni le hanno rivinte.
IPOTESI D - Il Pd potrebbe anche non fare nessuna di queste tre cose e puntare all’unità possibile, cioè tentare di allearsi coi centristi di Travaglini, coi socialisti di Daccò, coi compagni di Sinistra italiana per isolare Ssd. Ma questa ultima ipotesi non andrebbe certo nel senso auspicato (e dichiarato) dalla Zappalorto e soprattutto metterebbe in difficoltà i tre alleati predetti ed anche qualche altro, che potrebbe venire dal fronte opposto. Ammesso (e non concesso) che il Pd riuscisse ad isolare Ssd, quest’ultima si presenterebbe da sola e prenderebbe il 15% - 18%, con l’effetto di ripetere, a parti invertite, quanto è accaduto nel 2012.
IPOTESI E – Il pallino passa ai cosiddetti cespugli, che insieme hanno la stessa forza delle forze maggiori. Ricordo che cinque anni fa dopo un mio articolo sull’ Accordo dei cugini (Di Cola – Di Pierro) si arrivò alle primarie. Da che si origina l’ipotesi E ? Ssd ha preso l’iniziativa la volta precedente e il risultato è stato di lasciare fuori dai giochi il Pd. Ora il Pd sta prendendo l’iniziativa, ma il risultato potrebbe essere di lasciare fuori dai giochi Ssd. Se falliscono le ipotesi A, B, C e D ovvero se Pd ed ex Pd non riescono a trovare l’invocata chiarezza si costituisca un polo terzo tra i due col compito di mediare per la possibili unità del centrosinistra.
IPOTESI F – Se anche l’ipotesi E fallisse, scatta la F ovvero…questa la “rivelo” la prossima volta.
Ods