Ma il problema sono solo i politici???
SAN SALVO | Se si ha una visione sistemica dell’organizzazione sociale non si può pensare che l’ordinamento funzioni male (o bene) solo per colpa (o merito) di chi ha responsabilità politico-istituzionali.
Invero, è noto a tutti (anche ai profani) che la burocrazia è un osso duro ed è corresponsabile, se non delle scelte, quanto meno della gestione e delle procedure messe in atto per l’ attuazione degli indirizzi. Né sono influenti, rispetto alle scelte medesime, gli organi della giurisdizione contabile, civile e penale. E men che meno lo sono le politiche finanziarie delle banche e della finanza e le interrelazioni ed i trattati internazionali di un mondo sempre più interconnesso. Infine, mai sottovalutare le linee editoriali di chi fa informazione. Per tutto questo in una società moderna e complessa si parla di poteri e non di potere.
Spesso, però, si tende sopravalutare il ruolo dei politici, in quanto espressione dell’unico potere (tra quelli menzionati) elettivo e quindi di fatto intercambiabile. Il cittadino, infatti, non può prendersela con la burocrazia ministeriale o comunale, che è – come noto – inamovibile, anzi spesso non sa neanche che esista. Né può sapere quanto questa possa essere resistente grazie a certi Tar e Corte dei conti. Men che meno possiamo pensare di incidere sulle nomine di un presidente di una banca o di una multinazionale o del direttore di un giornale da parte del relativo cda. Quindi preferiamo pensare che cambiando un capo del Governo o un sindaco sia possibile in automatico cambiare anche le politiche precedenti. E’ possibile, ma non automatico. Quando è possibile ?
E’ possibile solo se l’eletto inquadra il contesto e quindi capisce che l’attuazione delle sue politiche dipendono dalla burocrazia (che l’affianca o lo dovrebbe affiancare), dai giornali (se non lo massacrano, facendogli perdere l’autorevolezza di cui ha bisogno), dalla grande finanza soprattutto internazionale (che – come è oramai certo – ha fatto scappare di notte il povero Berlusconi, costringendolo addirittura a votare colui che gli aveva fatto le scarpe…Letta almeno si è permesso il lusso di non votare il Renzi dell’ Enrico stai sereno”), dalle magistrature (Sezioni unite della Cassazione, Consigli di Stato e Corte costituzionale).
Dopo che l’eletto ha inquadrato questo sistema, può fare due cose: decidere di tentare azioni riformistiche all’interno dello stesso (aspettandosi comunque colpi di coda) oppure adeguarvisi con scelte rassicuranti per i poteri consolidati che cercano un compromesso (come ad esempio la nomina di Gianni Letta accanto al parvenu Berlusconi). Spesso, però, le cose non vanno o non cambiano ed allora l’eletto scarica la propria frustrazione sulla controparte politica. Spesso lo si fa anche dall’opposizione, dicendo che se le cose non vanno la colpa è di chi è stato eletto, con il malcelato obiettivo di fare captatio benevolentia verso i burocrati futuri collaboratori, che aspettano la classe dirigente alternativa per cucinarsela come la precedente. E allora si dirà ? Ma quindi le cose così non cambieranno mai ? Non è detto. Ripeto: possono cambiare, previa autorevolezza degli eletti, inquadramento del contesto e coraggio, coraggio, coraggio…
Ods
Ps Quanto sopra non sembri scollegato dal nostro vissuto quotidiano, perché a breve dimostreremo che ciò vale ANCHE a S. Salvo, a Vasto e in Abruzzo.