Giuliano: mio amico e compagno
Un paio di anni dopo la violenza subita dal sistema democratico da quella rivoluzione mediatico giudiziaria chiamata tangentopoli, mi telefona Domenico Susi.
E mi dice: "Con Ugo (Intini, nda) stiamo tentando di rimettere assieme un gruppo di compagni per vedere se possiamo ridare a questo Paese una presenza socialista, magari piccola, ma organizzata. Ci vuoi stare?". Istintivamente rispondo: "Chi ci sta in questa Provincia?". E lui: "Tito (Di Sebastiano, nda) nel Sangro, Giuliano (Sasso, nda) nel chietino e, se vuoi, tu nel vastese". Susi sapeva che aveva toccato la corda giusta. Dopo quel massacro che era successo (anche a causa del rampantismo degli anni '80, furbamente usato da chi voleva far fuori il partito dei lavoratori italiani e delle conquiste civili e del lavoro), Susi sapeva che bisognava ripartire dalla gente perbene, dai socialisti galantuomini, come Tito e Giuliano. Da una vita nel partito. Persone stimate e piene di passione socialista...forse per questo stimate. Ovviamente dico di si e costituiamo un primo nucleo in provincia "capitanato" da noi tre, che ovviamente allarghiamo e con cui approdiamo più tardi nello Sdi, che metteva insieme noi amici di Intini e Susi e i compagni del Si di Enrico Boselli. Agli inizi del 2000 in provincia di Chieti eleggiamo Giuliano alla presidenza e Camillo Cesarone alla segreteria. Giuliano diventa il candidato capolista nella lista comunale ed io il candidato nella lista regionale, in rappresentanza di quel nucleo fortemente autonomista. Onesto, ma autonomista, che rispinge la Cosa 2 di D' Alema, pur portandolo, coi quattro gatti di Cossiga, alla presidenza del Consiglio dei ministri. Ma senza complessi e senza sudditanza psicologica verso gli ex comunisti, nella ricerca, poi naufragata, della agognata pari dignità, che ci aveva insegnato Bettino Craxi. Sul piano personale, ovviamente quel percorso produce rapporti amicali ed affettivi tra le nostre famiglie. Conosco Anita e Maria, con cui vengo eletto nell' assemblea nazionale dello Sdi. Un giorno lei mi dice: "Sai da bambina, i miei genitori mi portavano alle feste dell' Avanti e nelle sezioni socialiste". Evidentemente la formazione di Maria attinge da quella cultura e dalla onestà (anche intellettuale di Giuliano e Anita, che la sua vita l'ha passata alla Cgil di Chieti). Per oggi c'è una famiglia (peraltro molto unita) che soffre. Una famiglia che a sua volta fa parte di un'altra famiglia più grande, molto più grande, che è la famiglia socialista. La quale non si misura sul piano elettorale e né su quello istituzionale. Ma sui quello dei valori: di vicinanza e difesa della povera gente, di rispetto dei diritti e delle libertà, di pari dignità tra i generi e tra gli alleati e soprattutto sulla giustizia sociale. Tutte cose che Giuliano ha praticato nella vita politica come in quella sociale e famigliare. Un abbraccio ad Anita e Maria.
Ciao Giuliano
Orazio Di Stefano
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