Editoriali

Vitale Ciavatta calzolaio

San Salvo: paese degli “scarpari”

“L’uso e getta” non esisteva nei tempi antichi. Gli utensili, le camicie, i pantaloni, i maglioni e le scarpe dovevano durare più a lungo possibile. Gli abiti e le scarpe passavano dal fratello maggiore al minore.

Gli uomini calzavano gli scarponi di “vacchetta” fatti a mano. Le botteghe dei calzolai erano luoghi di ritrovo e di pettegolezzi. Il deschetto, infatti, era sempre circondato da clienti con le calzature in mano, che attendevano pazientemente il proprio turno per la riparazione. Poche persone avevano un secondo paio di scarpe. I calzolai iniziavano a lavorare all’alba, e terminavano a serata inoltrata con la luce fioca della lampada ad olio. Per rendere le scarpe più resistenti usavano le cindràlle a ddù bbòtt (a due gambi), le cindràlle (chiodi grandi) o li simégge (chiodi più piccoli), lu firrìcce (il ferruccio si applicava alla punta e al tacco delle scarpe). Un elenco degli arnesi più usati: la lesina per bucare il cuoio e la pelle ( la sìbbùle), il martello per piantare e schiodare i chiodi, la raspa per sgrossare la suola, la forma (fàrmue), il coltello, la tenaglia a morsa, lu pète di pòrce (il piede di porco). A San Salvo nel dopoguerra c’erano oltre 50 calzolai. Questi i nomi che ricordano gli anziani: Pompeo Marzocchetti, Pietro Marzocchetti (zi pìtre), Michele Iammarino più noto con il soprannome di Pignatèlle, Salvatore Cardarella, Guglielmo Nicola Sabatini (cocò), Ianuccio Marzocchetti, Nicola Malatesta, Vitale Cieri, Fabrizio Oreste, Giuseppe Miscione (misciàune), Bruno Giovenale, Virgilio Artese, Nicola Di Virgilio, Pasquale Torricella, Vitale Tascone, Vitale Di Biase, Gino D’Addiego, Michele De Felice, Virgilio Ciavatta padre di cialì, Antonio Di Pierro, Antonio Di Cola (marchiunètte), Guido Manzone, Sebastiano Angelozzi, Erminio Di Iorio, Antonio Perrucci, Peppino Marrone, Donato Cilli (cutturìlle), Alessandro Fabrizio, Giuseppe Fabrizio, Marcellino Scardapane, Antonio Napolitano, Angiolino Di Biase, Camillo Malatesta, Gabriele Fabrizio, Antonio Monacelli, Guido Manzone, Carmine Vicoli, Domenico Vicoli, Cesarino Vicoli, Guido Trovarelli, Eutimio Schiarizza, Vitale Ciavatta, Ruggieri Ferdinando, Vitale Torricella, Nicola De Luca, Carmine Marchetta, Nicola Daniele, Rocco Tomeo, Michele Di Iorio, Umberto Manzone, Gino Raspa, Levino Fabrizio, Enrico Torricella. Purtroppo, col passare degli anni, il lavoro di calzolaio si è quasi estinto. I mercati delle calzature sono invasi da scarpe provenienti dall'oriente, perché costano poco (e durano anche poco); oggi si usa calzare scarpe da ginnastica (in tela e gomma), usa e getta, proprio perché non si possono riparare. Il calzolaio, mestiere che nessuno vuole più fare.

MICHELE MOLINO

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