Bravo Valentino, tuo nonno sarebbe stato orgoglioso di te
SAN SALVO | Domenica 23 aprile alla Porta de la Terra Paola Novara, direttrice del Museo di Ravenna e docente di archeologia, ha relazionato su San Vitale o meglio sui San Vitale presenti del primo martirologio cristiano,
confermando che effettivamente nel 1745 reliquie di un santo martirizzato e sepolto a Roma furono inviate dal Cardinale Carafa qui a San Salvo. Oltre che di una interessantissima dissertazione storica (a cui noi abbiamo assistito, purtroppo, per poco tempo stante la concomitante presentazione del Comitato elettorale di Angelucci) che sarebbe bene far pubblicare almeno sui siti locali, possiamo riferire delle autorevoli presenze al convegno del parroco Don Raimondo Artese e dell’assessore alla cultura Giovanni Artese. Ma soprattutto di Valentino Di Santo, un bravo giovane, che ha rappresentato il Comitato promotore della festa del santo patrono e che ci ha positivamente impressionato. Infatti, noi conosciamo da sempre Valentino essendo amici della sua famiglia e lo abbiamo ammirato anche sui campi di calcio, ma non pensavamo di trovarlo nel Comitato feste e, soprattutto, che fosse tra coloro che alla festa vuole dare un contenuto culturale, oltre che religioso e musicale. Il giovane Di Santo proprio questo ha detto nella sua introduzione ai lavori, ribadendo l’alto valore pedagogico per la intera comunità di avere un patrono martire della fede, che non l’ha cambiata o rinnegata neanche di fronte all’estremo sacrificio di perdere la propria vita. Dunque, esempio di coerenza, di rispetto per i propri valori, di elevazione della propria esistenza che resta nei secoli e non passa invano. Che un giovane come Valentino abbia capito il valore della cultura, anzi della comune cultura come elemento di coesione sociale ci fa enormemente piacere, perché dimostra che non tutti i giovani si aggregano attorno ai fusti di birra, come è accaduto proprio il giorno delle sagnitelle e come lo stesso parroco ha detto nel suo indirizzo di saluto: “Se avessimo messo qualche fusto di birra qua, avremmo avuto la sala piena” ha detto polemicamente Don Raimondo all’inizio del convegno, forse proprio pensando a quando è accaduto ieri, anzi a quanto accade quasi ogni anno il giorno delle sagne…per la eccessiva circolazione di alcol a Piazza Vitale Artese. Per fortuna, però, i giovani non sono solo quelli che si ubriacano, ma anche quelli che parlano di cultura, che si impegnano per organizzare le festività rituali e collettive, che vogliono approfondire i nostri storici punti di riferimento. Insomma, quelli come Valentino Di Santo, educato come il padre Meuccio e del quale a sentirlo oggi – ne siamo certi – il nonno Bravo si sarebbe compiaciuto.
Ods
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