Ci ha lasciato Nicola Aloè’: una vita dedicata al pugilato
SAN SALVO | E’ morto oggi pomeriggio Nicola Aloè, pugile in età giovanile e poi allenatore di pugilato. Nella metà degli anni ’70, in questa cittadina che allora contava sette- otto mila abitanti, era diventato un mito,
soprattutto per noi ragazzi del decennio precedente. L’unico mito sportivo capace di “insediare” il calcio. Più tardi, Nicola lasciò la boxe sul ring e si dedicò ai ragazzi che, dopo di lui, avrebbero voluto intraprendere la carriera pugilistica. Per un periodo, gestì la palestra della Marina, dove appunto allenava, ma gratuitamente. Del resto, per lui, il pugilato non era mai stato un’attività economica e men che meno un business. La boxe era per Nicola, come per tutti i pugili del mondo, anzi per tutti i pugili delle periferie di tutto il mondo, un modo per riscattarsi dalle proprie condizioni sociali ed affermarsi, farsi applaudire, arrivare al successo, dimostrando che anche il figli della povera gente possono diventare qualcuno. Anche prendendo (e dando) cazzotti. E come li dava Aloè i cazzotti non li dava nessuno, almeno per noi figli di povera gente e ragazzi della periferia abruzzese. Ma la vita, a volte, riserva brutte sorprese. La vita, per Nicola, dopo avergli dato la notorietà giovanile ed un’ affettuosa famiglia (oggi straziata per il dolore, a cui giungano le più sentite condoglianze della nostra redazione) è finita troppo presto. Vitale Torino, che pur non stando qua, ha dato la notizia e via w. app mi ha scritto: “Nicola purtroppo non ha vinto l’incontro più importante della vita”. E’ così, ma per noi che lo abbiamo applaudito mentre le dava sul ring temerario, aggressivo, determinato e senza paura di prenderle, rimarrà vivo per sempre, perché - si sa - un mito non muore mai.
Orazio di Stefano