Editoriali

marika comandante torricella

Gli avvocati sono in disaccordo: decida il comandante !

SAN SALVO | Nel corso della manifestazione organizzata dalla coalizione di Angelo Angelucci sulla pista ciclabile è emerso un problema, che non c’entra niente con la politica, ma che va valutato attentamente da chi di dovere.

Si tratta dell’accesso alla pista a cui – come dimostrano le nostre foto – da San Salvo in bici si entra SOLO ED ESCLUSIVAMENTE attraversando la strada. Non ci riferiamo tanto a chi proviene dal mare, che si trova a poter immettersi sulla strada che va sul cavalcavia verso la Pilkington e quindi evitare l’ attraversamento. Invece, chi viene da San Salvo e vuole utilizzare il tratto della pista per andare al mare DEVE attraversare la strada, che – come tutti sanno – viene percorsa dalle auto a fortissima velocità e che una decina di anni fa, proprio allo stesso punto, fu teatro di un incidente mortale, peraltro tra auto.

A fronte di tale problema (che forse non si conosceva e che è stato notato seguendo al richiamata manifestazione), ho chiesto nel corso di una mia intervista a Marika Bolognese (avvocato che segue i sinistri stradali) se potessero ravvisarsi eventuali corresponsabilità del Comune in caso di un incidente ad un ciclista che attraversa la strada per entrare (o uscire) da quella pista. L’avvocato mi ha risposto che, ove dovesse trovarsi a trattare un sinistro del genere, citerebbe anche il Comune, oltre il conducente che avesse superato i limiti di velocità. L’avvocato non l’ha detto, ma è chiaro che le eventuali responsabilità diventerebbe, oltre che civili, anche penali in caso di lesioni gravi. In ogni caso le parole dell’avvocato sono registrate e basta ascoltarsi l’intervista.

Oggi pomeriggio, invece, un altro noto avvocato sansalvese, Guido Torricella, che è bravo quanto la Bolognese, ha scritto su facebook: “se un luogo è pericoloso viene interdetto agli utenti ed alla circolazione...ah cazzari è la legge”. Da tale affermazione, si deduce che Torricella non ritiene pericolosa la pista e quindi non ravviserebbe responsabilità penali e civili ove dovesse succede in quell’ingresso/uscita un grave incidente ad un ciclista. Tuttavia, ci sentiamo di condividere che è semmai la legge a dover interdire agli utenti la circolazione e/o l’ingresso/uscita dalla pista.

Quindi, per la tutela di chi dovesse entrare e/o uscire dalla pista ciclabile e per evitare che vengano citati civilmente e/o coinvolti penalmente (come sopra paventato) responsabili del Comune, è proprio il caso che sia la legge a dirci se c’è o meno pericolo nell’ ingresso e/o nell’uscita dalla pista. E la legge in questo caso è rappresentata dal Signor Comandante della Polizia locale: sta a lui –crediamo – dire l’ultima parola sulle ipotesi contrapposte dei due bravi e noti legali. I quali, evidentemente, pensano l’una che ci sia pericolo e l’altro che non ci sia. Invero, il Comandante della Polizia locale, nel periodo del Suo comando, si è contraddistinto per equilibrio ed autorevolezza e saprà verificare se ha ragione la Bolognese o il Torricella. Noi lo chiamiamo in causa, anzi gli chiediamo una verifica proprio per evitare al lui o ad altri una causa in eventuali corresponsabilità. Non si tratta di politica, ma di prevenire guai seri. Del resto, come dice l’avvocato Guido Torricella: : “se un luogo è pericoloso viene interdetto agli utenti ed alla circolazione..”.

Signor Comandante solo Lei può dirci se c’è o meno pericolo nell’ accesso/uscita alla pista. Ci scusi per questa inusitata richiesta, ma riteniamo che la vita delle persone sia superiore alle diatribe politico elettorali. Grazie.

                                                                                                                      Ods

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