II VICO DELLA MIRANDOLA, 6 interno 4
Il borgo agricolo che si faceva cittadina industriale aveva solo case basse. I primi tre palazzi li fece Giorgio La Rocca, detto Giorgio il romano, perché veniva da Roma. Due di questi li fece dove avevano le terre gli Evangelista.
La mia famiglia ci andò ad abitare nel '69, occupando l' interno 6. All' interno 4 ci abitava la famiglia Papa, proveniente da Napoli. Quattro figli (allora), di cui due dell'età mia e di mia sorella. I napoletani -si sa- sono affabili e noi famigliarizzammo con loro. Mia mamma tutti i giorni si prendeva il caffè con la signora Papa, un giorno saliva lei (noi stavamo al piano di sopra), il giorno dopo scendeva mamma. Poi i Papa costruirono vicino alla cantina sociale, dove abitano tuttora. L' interno 4 fu occupato dai Zonzo, che pure venivano dal sud. Ricordo due figli coetanei di mio fratello e una era Dina, discreta e sorridente. Poi anche i Zonzo si trasferirono e dopo di loro l'interno 4 fu occupato dalla famiglia Salvatore- Sannino e dopo ancora dagli Aiello, anche loro napoletani, con figli della nostra età. E sempre il rituale del caffè fu mantenuto, perché le nostre mamme come tutte le mamme del mondo, avevano da parlare dei loro figli, che nel frattempo crescevano e si conoscevano. E quando si incontravano, si salutavano come cugini, perché il palazzo in quel borgo non ancora città era come una casa patriarcale senza il patriarca, dove ogni appartamento è abitato da un fratello. I figli dei fratelli sono cugini. Cugini per aver condiviso l' infanzia o l' adolescenza. Cugini per avere genitori operai e meridionali. Cugini per aver seguito i primi Furia alle sette e venti della sera Cugini per aver fatto la prima comunione nella stessa Parrocchia. Cugini per aver abitato nello stesso palazzo dello stesso quartiere, che trasmetteva ai ragazzi il senso dell' appartenenza e l'identità collettiva. La mia famiglia e la famiglia Zonzo hanno abitato nello stesso quartiere, al palazzo del romano loro stavano all' interno 4 e noi all' interno 6. Le nostre mamme si pigliavano il caffè e parlavano di noi. Noi siamo cresciuti ed abbiamo messo su famiglia.Oggi abbraccio le famiglie Zonzo e Di Vaira, nel ricordo commosso di una bambina discreta e sorridente, poi diventata l' adorata moglie di un mio caro amico. Ciao Dina.
Ods