Quando anche le scuole parlano al territorio
VASTO | Faccio il giornalista da molti anni, ma non ricordo di essere stato convocato alle conferenze stampe nelle scuole, tranne che nelle due circostanze che hanno ispirato questo editoriale. Beninteso, è possibile che in tutti questi anni
in cui mi sono occupato di comunicazione locale sia stato chiamato a qualche conferenza stampa di qualche preside, ma sarà stata cosa così sporadica, da averla io dimenticata o rimossa, diversamente da queste ultime due a cui ho partecipato e che si sono svolte a poca distanza di tempo (e di metri) l’una dall’altro. La prima si è svolta alla presidenza della Rossetti di Vasto il 12 ottobre scorso e la seconda proprio ieri al Palizzi, sempre di Vasto. Ad onor del vero, va detto che della prima sono stato solo testimone, mentre nella seconda sono stato anche coinvolto direttamente, in virtù del ruolo di coordinatore del Progetto di sviluppo locale “Fare sistema”, che, in una delle sue quattro azioni, coinvolge proprie le scuole. Senza volermi soffermare sui contenuti specifici trattati nelle due conferenze (dell’ultima, viene pubblicato in altra parte del giornale il comunicato ufficiale emesso dall’ Istituto ospitante), mi interessa rilevare la novità rappresentata dai questi incontri stampa, promossi dai dirigenti scolastici Maria Pia Di Carlo (della Rossetti) e Nicoletta Del Re (del Palizzi), novità che consiste nel pieno inserimento delle scuole all’interno delle dinamiche sociali di questa nostra comunità territoriale. Praticamente, la scuola della Di Carlo ha aperto le porte ai cosiddetti service (azioni di servizio) dei tre Lyons club di Vasto, mentre la scuola della Del Re all’azione, denominata “Abitare i luoghi”, per mezzo della quale le scolaresche di Abruzzo e Molise hanno la possibilità di essere accolti in circa 150 Comuni aderenti ad un protocollo dell’ Anci e stipulare accordi di gemellaggi e reti. L’assessore vastese all’istruzione, Anna Bosco, che ha presenziato ad entrambi gli incontri-stampa, ha rilevato che le “aperture” delle scuole del suo Comune sono coerenti con la moderna didattica e con il ruolo dell’istruzione pubblica nella nostra contemporaneità. In effetti è così. Peraltro l’attiva partecipazione della comunità scolastica alle iniziative della comunità sociale ha ricadute positive nella formazione dei ragazzi. I quali, attraverso “compiti di realtà” (così si chiamano in gergo tecnico) crescono ed acquisiscono saperi e conoscenze che non trovano sui libri di testo, ma che incontrano nei luoghi del proprio vissuto e del proprio territorio, spesso dimenticato, sconosciuto o misconosciuto. Tali esperienze, conoscenze o “compiti di realtà” diventano “attivatore cognitivo”, come ha spiegato, in un’altra occasione, Anna Orsatti, dirigente scolastico nell’ Istituto comprensivo di San Salvo 2. Per questo gli operatori dell’ educazione pubblica sono ben contenti di regalare ulteriori occasioni di formazione ed istruzione “vive” ai ragazzi delle scuole. Ma non si dimentichi che le novità sopra raccontate relativa alle aperture delle scuole al territorio fanno bene anche (e forse soprattutto) a quest’ultimo. Infatti, il territorio riceve (o quanto meno, può ricevere) linfa vitale di sprone dal coinvolgimento delle scuole, dal fare squadra con gli operatori della moderna didattica e dal fare rete coi futuri cittadini del domani, riuscendo costoro a suscitare un orgoglio identitario, che, se ben capitalizzato, può diventare artefice dello sviluppo locale. In sintesi il lavoro con le scuole è di stimolo a noi tutti nell’imparare a presentare monumenti, paesaggi e risorse enogastronomiche ai potenziali fruitori, per costruire un’ infinita possibilità di crescita per i nostri allevatori, agricoltori, guide museali, operatori commerciali e costruttori di marketing ed offerte turistiche.
Ods