Allagamenti: l’errore politico dell’ assessore Pepe
SAN SALVO | E’ la prima volta nella storia di questa città che un gruppo di contadini si rivolge alla Giustizia così platealmente. Non era mai successo, neanche nelle vertenze dure degli anni settanta, allorquando gli eredi dei D’ Avalos vendettero le terre a Cirulli
indipendentemente dai diritti di prelazione. Anche allora ci furono vertenze giudiziarie, ma sempre in punta di diritto civile, mai penale. I contadini, neanche in quegli anni, avevano chiesto indagini su reati penalmente rilevanti, né in capo ai possidenti e né in capo ai politici, che pure furono accusati di avere fatto mediazioni per non far avere le terre a coloro che li avevano coltivati da secoli. Se stavolta è stata firmata una vera e dettagliata denuncia, consegnata ai Carabinieri di San Salvo per essere trasferita al Procuratore della Repubblica di Vasto, vuol dire che i contadini ritengono il torto subito molto grave. Se fosse vero ciò che raccontano e soprattutto se fossero accertate le ipotesi di reato, passerebbero i guai non solo funzionari ed amministratori regionali (cosa che rientra ormai nella storia della Regione Abruzzo, nella quale dal ’92 sono finiti in carcere decine di amministratori e funzionari), ma anche quei contadini indebitamente percipienti somme loro concesse: a chi otto, a chi nove, a chi dieci, a chi venti, a chi trenta e a chi più di trenta mila euro.
Per la verità, prima di dare mandato al legale alcuni esclusi sono venuti in redazione, chiedendomi di rendere pubblica l’ingiustizia subita, anche perché ero già andato sui campi allagati ad intervistare i danneggiati e a documentarne i danni. Allorché, mi sono rivisto i video di due anni fa ed ho letto le carte. Ho capito che, per come era stata gestita la individuazione dei danni, c’era il serio rischio di indennizzare chi non aveva subito i danni ed, al contrario, di non indennizzare chi effettivamente era stato danneggiato. Per cui mi sono preso la briga di chiamare personalmente l’assessore regionale all’agricoltura, Dino Pepe. E gli ho detto: “Guarda che ci sono stati errori. Rischiate di dare soldi a chi non ha titolo e negarli a chi può documentare di aver subito i danni. Revocate la delibera in autotutela”. Pepe, in modo garbato, mi ha chiesto di mettere in contatto i danneggiati esclusi con la sua segretaria, che qualche giorno dopo mi ha chiamato. Pure a lei ho ripetuto che stavano facendo una cavolata, che avrebbero rischiato di dare soldi a chi non avrebbe avuto titolo e negarli a chi avrebbe potuto documentare di aver subito i danni, ripetendo di revocare la delibera in autotutela. Capii che la linea era di non rimandare i soldi al ministero, perché “quelle somme così significative” (per tutta la Regione oltre 4.000.000 di euro) sono ritenute un aiuto per l’agricoltura. Dissi allora (e dico oggi): “Non si può aiutare l’agricoltura in questo modo, con questi errori e con la sensazione di ingiustizia in capo a decine di agricoltori”. Pepe non mi ha ascoltato. Ho ripetuto la stessa cosa al direttore provinciale della Cia (che pure è citata nella denuncia), ma senza esito. Ora sedici agricoltori hanno sporto una denuncia, che lascerà inevitabilmente degli strascichi, perché molto probabilmente coloro che già si vedevano i soldi in tasca (dovuti o non dovuti che siano) si arrabbieranno con i denuncianti, che già sono arrabbiati a loro volta. Le rispettive e contrapposte rabbie divideranno il mondo agricolo, che da qualche anno aveva trovato un suo equilibrio unitario, superando le divisioni tra cantine rosse e cantine bianche. Quanto vale in termini economici questa nuova divisione nel mondo agricolo locale ? L’errore politico dell’assessore Pepe è di non aver valutato (almeno con me non l’ha fatto e né è venuto in trasmissione, dove avrebbe potuto parlare direttamente coi contadini) che la divisione del mondo agricolo, determinata da questa procedura ora sub judice, è un danno maggiore di quanto non sarebbe stata la revoca della delibera. Purtroppo adesso cosa fatta, capo ha.
Infine, mi voglio permettere di dare un consiglio anche agli agricoltori indennizzati, affinché valutino bene se hanno diritto di percepire le somme loro assegnate. Da editorialista, che spesso segue la cronaca politica e giudiziaria, posso dire che se abuso e se indebita percezione ci sono stati (cosa che sarà la Procura ad accertare) meglio non aggravarli percependo denaro, se non è effettivamente dovuto. Sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico.
Ods
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