Editoriali

luigi di maio

Chi spopola in rete... spopola nelle urne?

La tecnologia cambia la vita degli uomini e la politica, che - come diceva Togliatti - è la vita degli uomini. Senza l' invenzione della stampa non ci sarebbe stata la riforma protestante; senza l'invenzione della macchina a vapore non ci sarebbero stati rivoluzione

industriale, proletariato e comunismo; senza la radio non ci sarebbero stati i seguitissimi discorsi affabulatori dei grandi dittatori del novecento; senza la tv Kennedy non avrebbe battuto Nixon nel' 63 e Berlusconi non avrebbe battuto Occhetto nel '94; senza la rete nel 2013 M5S non avrebbe avuto il 25,5% e quindi avremmo avuto un Governo Bersani - Monti e non un Renzi - Alfano. Senza Facebook (che oggi ha circa 25 milioni di utenti in Italia) non staremmo a parlare della probabile vittoria di Luigi Di Maio. Senza Facebook non ci sarebbe stato il nuovo fenomeno sociale, sociologico, comunicativo, aistituzionale, con cui il sistema istituzionale ed economico finanziario dovrà fare i conti. Infatti, tanto per fare due esempi emblematici, sulle tv la foto di Casini sotto i ritratti di Gramsci e Di Vittorio non sarebbe mai passata. O comunque non sarebbe passata con la stessa capacità di penetrazione numerica e politica. Sulle tv il video del genitore di Rigopiano che accusa il candidato D' Alfonso della morte del figlio non sarebbe mai passato. A limite, qualche troupe avrebbe potuto filmare l' arresto del protagonista, ma non certo 45 minuti del dramma di due genitori, dell' imbarazzo dei presenti e della pazienza di un tutore della legge, in bilico tra senso del dovere e rispetto per il dolore di chi ha perso un figlio. Oggi la tecnologia consente di filmare e mandare in diretta circostanze che qualche anno fa erano prerogativa assoluta dei mass media di proprietà potentati economici. Oggi l'audience uno se lo fa da solo. Quanta audience fa la foto di Casini contro il PD o il video di Fanpage col figlio di De Luca cui viene offerto una tangente ? È probabile che simili "servizi" tocchino emotivamente il vissuto già provato dalla crisi di un popolo che protesta o cerca il cambiamento. Tutto questo peraltro avviene su un territorio che è delle 5 Stelle come la tv era di Berlusconi o la fabbrica era del Pci. Quale sarà la vera incidenza dei social nella prima campagna elettorale social della nostra storia lo vedremo domenica. Oggi non servono più i manifesti (che infatti sono pochissimi), non servono più i dépliant casa casa (che infatti sono spariti), non servono più i grandi endorsement (tipo quello di Mieli per Prodi nel 2006), non servono più le promesse clientelari (che qualcuno fa, ma viene deriso), non servono più le pochette e le adunate. Oggi serve non sbagliare, perché se sbagli vai in diretta: siamo tutti in diretta. E chi sbaglia paga, perché rischia di finire sputtanato in rete. Non servono i giochetti e le furbizie. Bisogna essere ed apparire trasparenti. Resto convinto che la presentazione della Giunta Menna prima delle elezioni vastesi fu la mossa vincente, perché diede il senso dell' invocato rinnovamento. Sono altrettanto convinto che la presentazione dei potenziali ministri di Di Maio non è una mossa sbagliata, perché dà il senso della invocata trasparenza e competenza. Per vincere le elezioni bisogna godere di buona rete, non più di buona stampa. L' anno scorso a San Salvo i vincitori spopolarono in rete e nelle urna. Se la regola fosse la stessa, per capire chi vincerà domenica prossima, basterebbe vedere chi spopola sui social.

Ods

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