Editoriali

parlamentari m5s palazzo chigi

MO’ VIENE IL BELLO

Il Governo gialloverde, di Conte, Salvini e Di Maio, ha approvato la sua prima manovra finanziaria, deliberando un deficit del 2,4%. Si tratta, dunque, di una “manovra espansiva”, che, dopo anni di sacrifici, allarga i cordoni della borsa pubblica, riducendo le tasse

(le Partite Iva, con redditi fino a 65.000 euro, avranno un’ aliquota del 15%), aumentando le pensioni sociali (da 500 a 780 euro e superando la legge Fonero, con la cosiddetta quota 100) e concedendo il famoso reddito di cittadinanza (tanto che il capo dei pentastellati ha parlato di “eliminazione della povertà”). Per arrivare a tanto Conte, Salvini e Di Maio hanno dovuto “piegare” il ministro Tria (gradito al Quirinale, a Bruxelles ed ai mercati, nominato al posto di Savona, la cui candidatura aveva causato una lite con Mattarella, il quale aveva incaricato Cottarelli, per tornare poi a Conte). Ma soprattutto il premier ed i due vice dovranno tenere il fronte sia contro la Commissione europea (che probabilmente boccerà la manovra) e soprattutto contro i mercati. I quali, come hanno fatto in circostanze precedenti, potrebbero determinare l’innalzamento dello spread, stavolta col conseguente arrivo dello Trojka.  Si potrebbero determinare una crisi politico- finanziaria più livelli: da quella già vista nel 2011 (con la defenestrazione di Berlusconi, sostituito dal Governo Monti- Fornero) fino ad arrivare a ciò che è accaduto in Grecia. Conte, Salvini e Di Maio ritengono che non si ripeterà né la vicenda  del 2011 e né quello che è accaduto ai poveri greci. Sia perché la situazione politica è cambiata in Europa e cambierà ancor più nello scontro epico delle prossime elezioni europee tra “sovranisti” ed “europeisti”; sia perché al Colle c’è il mite Mattarella; sia perché questo Governo non farà le valigie tacitamente come fece Berlusconi sette anni fa, ma “combatterà col popolo”, sul presupposto che l’ Italia non è la Grecia: rompere con noi, significherebbe sfasciare l’ eurozona. Peraltro i teorici dei continui sacrifici popolari non possono non sapere che tali sacrifici hanno generato ovunque un innalzamento del consenso elettorale dei movimenti populisti di destra e di sinistra ed in democrazia, l’ indicazione popolare – elettorale va tenuta in considerazione. Entrando ancor più nel merito politico, possiamo dire che questa scelta di Governo, alquanto rischiosa, il popolo grillino se l’ aspettava (come attestano le bandiere issate dai “cittadini – parlamentari” sotto il balcone di Palazzo Chigi). Eppure, la Lega avrebbe potuto bloccarla. Probabilmente se fosse dipeso da Giorgetti (che sta a Salvini, come Gianni Letta stava a Berlusconi, cioè a garanzia della struttura burocratico-ministeriale) così sarebbe andata a finire, ancor più perché se il Carroccio fa cadere questo Governo è probabile che vinca le elezioni anticipate a capo del centrodestra. Salvini invece tra il “sistema e l’ antisistema” ha scelto questo ultimo. Tra la certezza di una presidenza del Consiglio a capo del suo schieramento d’origine, sembra (sembra !) aver scelto di capeggiare l’onda lunga populista . Perché non lasciare il campo libero del cosiddetto “cambiamento” solo ai grillini ? Perché vuole aspettare le elezioni europee ? Perché è un vero animale politico, a cui piace il rischio e non ha niente da perdere ? Non lo sappiamo e lo vedremo. Ma quel che dovremo soprattutto vedere è la reazione dei mercati e dei loro rappresentati politici a questo Def, perché se si arriverà ad una crisi vera, distruttiva, deflagrante potrebbe davvero succedere di tutto. Quindi auguriamoci da italiani (peraltro fra poco non potremo più contare sul Quantitate easing, con cui il buon Draghi ha stampato un bel po’ di moneta liquida) che la manovra generi una qualche forma di ripresa, iniettando fiducia nel popolo dei consumi, per  uscire dal nostro debito (creato dagli anni ottanta in poi, da tutti e per tutti), che ci fa dipendere dai famosi titoli di Stato. Se così non sarà…ne vedremo delle belle.

Ods

©RIPRODUZIONE RISERVATA