Editoriali

sparvieri valentini

L'antropologo (culturale) di San Salvo

Se San Salvo ha uno storico nella persona di Giovannino Artese, va detto che ha anche un antropologo culturale nella persona di Fernando Sparvieri. L' antropologo culturale studia l' uomo attraverso i processi culturali di cui è protagonista. E Sparvieri proprio questo fa

nella nostra città: individua le persone che sono impegnate negli eventi del folclore, della tradizione, delle evoluzioni culturali e valoriali intergenerazionali e ne raccoglie le testimonianze. Fa bene a farlo, perché tali eventi si trasmettono  attraverso la memoria orale di chi ne è stato protagonista o testimone. E quindi bisogna "riprenderli" e custodirli, prima che i custodi ci lascino definitamente. Fernando, da buon antropologo, si "cala" nel vissuto dei personaggi che intervista,  parlando con loro in dialetto originario. Anzi, li stimola e li provoca, riportando alla loro memoria fatti ed aneddoti che ha appreso da sua padre Evaristo, già sindaco democristiano, e da suo nonno Sebastiano, capo dei comunisti locali nel dopoguerra. Papà Evaristo, Nonno Sebastiano, ma anche Zio Mimì gli hanno dato una "laica" appartenenza sul piano politico-ideologico, che ha resto il nostro antropologo scevro da ogni partigianeria. La qual cosa gli consente di parlare con tutti (in dialetto o in italiano forbito) siano essi poveri, ricchi, dottori o non scolarizzati. Tra questi ultimi, va annoverato il compianto Sebastiano Valentini, lucidissimo fino alla recente scomparsa, vero pozzo di scienza e valori popolari, che con intelligente ironia ed appassionato senso dell' identità ha saputo raccontare a Fernando come si viveva nella società "preindustriale", che da noi vuol dire come si viveva prima che "arrivasse" la Siv. Per fare le sue ricostruzioni antropologiche, Sparvieri si avvale di una tecnologia molto in uso nelle ricerche di questa disciplina: le interviste (video), che mette on line attraverso sansalvoantica. Un web site diventato custode della memoria cittadina, che si tramanda nonostante l' arrivo della Siv. Se si guardano i "carnevale" della famiglia Ialacci ("Ialacceria") si rilevano interpretazioni che passano da zio "Vitarille" (nel '49 e nell' 80) al nipote Mario (nell' 80 e nel 2000) per arrivare a Vitale, il fratello di più giovane e finire alla generazione successiva della stessa famiglia: Tonino e Pietro. Si tratta di pura socializzazione ovvero di trasmissione intergenerazionale dei valori del vissuto della società contadina che "oltrepassano" il vissuto di quella industriale. Non sappiamo se "bucheranno" anche la società liquida, globalizzata e post industriale, dandoci ancora il senso delle nostre radici. Ma proprio per questo Fernando Sparvieri fa bene a creare questo archivio della memoria cittadina, per la verità "accompagnato" da vari fotografi e concittadini che "postano" foto significative sulle pagine social della città. Tutto ciò potrebbe diventare antropologia culturale che si fa storia ove le scuole volessero inserirla nelle proprie attività curriculari ed extracurriculari: per far capire meglio ai futuri cittadini di San Salvo da dove veniamo e, soprattutto, dove andiamo...

Ods

©RIPRODUZIONE RISERVATA