Onore e gratitudine per Michelina Pracilio
Il capitano dei carabinieri, che accompagnava il primo cittadino, disse: “Non partite, perché ci potrebbero essere dei dispiaceri” e dispiaceri, cioè morti ammazzati, sotto i colpi della polizia di Scelba, ci sarebbero stati una settimana dopo nella vicina Lentella.
A San Salvo furono evitati solo per il coraggioso intervento del deputato Bruno Corbi, la cui opera di mediazione coi seicento carabinieri è ancora molto vivida nell’immaginario collettivo.
Le parole minacciose dell’ufficiale non furono ascoltate e quando il giovane Ruggieri, che era a cavallo, partì, fu seguito da tutti gli altri.
Gemma mi racconta di quei giorni movimentati e storici per la comunità locale, anche se non li visse personalmente a Motticce, perché restò a casa. Ma è come se le avesse vissuti, perché il marito le raccontò tutto, a partire dal ruolo che ebbe Michelina Pracilio, moglie di Felice Torricella, altro coprotagonista delle battaglie politiche dei comunisti sansalvesi.
Questo incipit è ricavato dai miei colloqui con Gemma, vedova di Luigi Ruggieri.
Questo incipit lo dedico a Michelina Pracilio, venuta a mancare oggi all' età di novantotto anni.
Con Michelina Pracilio scompare un' altra testimone - protagonista delle lotte contadine del dopoguerra a San Salvo.
Quelle lotte si fecero perché i venti-trentenni dell' epoca si erano forgiati sotto la dittatura fascista, avevano sofferto la seconda guerra mondiale e volevano costruire il futuro proprio e della propria nazione.
Quei venti-trentenni, come Michelina, volevano un Paese in cui essere protagonisti.
Volevano un Paese in cui le terre appartenute per secoli ai feudi nobiliari ed abbaziali finalmente andassero ai contadini.
Volevano un Paese in cui il povero non doveva più levarsi il cappello davanti al padrone.
Volevano un Paese in cui i propri figli potessero studiare, senza più dover emigrare.
Volevano un Paese con più diritti e uguaglianza ed infatti dopo le lotte di Michelina e della sua generazione ci fu la Riforma agraria, la Riforma della scuola media unica, lo Statuto dei lavoratori, la Riforma del diritto di famiglia, la Riforma sanitaria, cioè leggi che diedero diritti a chi non li aveva mai avuti.
A San Salvo, dopo quelle lotte, nacquero le cooperative agricole. E nel '63 il Governo, coi soldi pubblici, impianto' una grande fabbrica, che diede lavoro e benessere a tutti.
Le Riforme suddette ed il benessere non ci sarebbero stati senza la generazione dei giovani dell' immediato dopoguerra: combattenti, coraggiosi, lavoratori instancabili, persone rispettose e semplici.
Salutando con commozione e deferenza una combattente come Michelina Pracilio, invito a rileggerne le gesta ed i risultati ottenuti dai suoi coetanei, se non vogliamo che la Costituzione morale e materiale e le norme sociali e legali che ci hanno lasciato vadano definitivamente perse, portandosi via anche un futuro di libertà ed uguaglianza.
Grazie Michelina per ciò che avete fatto per noi tutti.
Ods
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