"NON ABBIATE PAURA!"
Da quando fu creato il Miur (2001), accorpando la pubblica istruzione con l' Università e la ricerca, abbiamo avuto 10 ministri: Moratti, Fioroni, Mussi, Gelmini, Profumo, Carrozza, Giannini, Fedeli, Busetti e Fioramonti (tre di centrodestra, cinque di centrosinistra, un tecnico e un pentastellato).
Se si suddividono i 222 mesi di esistenza del Miur per i predetti 10 ministri, si ottiene una media per ciascuno di loro di 22 mesi a testa, cioè meno di 2 anni a ministro. Dettagliando ulteriormente, si rileva che di essi solo la Moratti è stata in carica 5 anni e la Gelmini 3. Tutti gli altri di meno: Carrozza e Busetti un solo anno a testa. Fioramonti 4 mesi. Ma nonostante la rilevata bassa media di permanenza nel periodo preso in esame (18 anni e mezzo) sono state approvate 4 Riforme, proposte da Moratti, Fioroni, Gelmini e Giannini, due di desta e due sinistra alternativamente tra loro.
4 Riforme fatte in poco più di vent' anni, come (forzando un po') 4 Riforme fatte 140 anni: la Casati (1860), la Gentile (1923), la Falcucci (1977) e la Berlinguer (1999).
Basterebbe questo incipit per capire che l' origine dei problemi della scuola di oggi sta in una legislazione in continua evoluzione-involuzione, determinata da proponenti improvvisati e ricorrenti.
Si può dire tutto il male che si vuole del "fascista" Giovanni Gentile, ma non si può omettere di dire che si trattava di un noto filosofo, esponente dell' idealismo italiano e fondatore dell' Enciclopedia nazionale. L' autorevolezza e l' autorità del suo ministro consentitorono alla Riforma Gentile di durare oltre mezzo secolo.
Parimenti si può dire tutto il male che si vuole del "comunista" Luigi Berlinguer, ma non si può omettere di dire che si trattava un grande giurista ed accademico italiano, la cui biografia è piena di pubblicazioni e riconoscimenti come il rettorato a Siena.
L' autorevolezza e l' autorità del suo ministro consentirono (e consentono) alla Riforma Berlinguer di restare in piedi anche oggi dopo vent' anni e nonostante le 4 successive riforme di centrodestrasinistra degli ultimi tempi.
Volendo andare oltre, dovremmo anche cercare di capire perché non diventano ministri dell' Istruzione personaggi del calibro di Gentile o Berlinguer. I partiti (tutti) considerano questo ministero come uno non più di prima classe, tanto è vero che non gli danno la dotazione finanziaria che meriterebbe. L' ultimo ministro per certificare questo stato di cose si è addirittura dimesso.
Sull' originale gesto di Fioramonti non vogliamo entrare, ma riteniamo che sia sufficientemente provocatorio per consentire agli operatori della scuola di chiedere di più.
Cosa si può chiedere di più allo Stato per la scuola?
Più soldi;
Più longevità di carica dei ministri;
Più autorevolezza nei ministeri.
Se si paragona il ministero della Difesa a quello dell' Istruzione si capisce ciò che voglio dire.
Alla Difesa i generali si fanno sentire, cosa che purtroppo non fanno i docenti.
Non è un problema di subordinazione di carica. Gli ufficiali, sottufficiali e soldati vivono le proprie relazioni da subordinati, salvo se e quando assumono ruoli di comando.
I docenti, invece, sono costituzionalmente garantiti dalla propria libertà di insegnamento ed espressione. Eppure tacciono, non si fanno sentire, accettano riforme, schiforme e controriforme.
Ciò che posso consigliare loro è di non far passare invano l' occasione offerta da Fioramonti: parlate, andate nelle trasmissioni televisive, scrivete ai siti ed ai giornali, fatevi sentire, diventate soggetti ascoltati, prendetevi il peso sociale e politico che meritate, pretendete i 3 miliardi di dotazione per il vostro ministero nel nome e dell' interesse dei vostri ragazzi e dei loro genitori.
Per dirla con Papa Giovanni Paolo II: non abbiate paura!
Luca Branda