Sempre a proposito di come funzionano le notizieSAN SALVO | Dopo gli ultimi editoriali sul funzionamento delle notizie a San Salvo (che hanno ovviamente suscitato reazioni sia di consenso che di disapprovazione) ritengo giusto ricordare
anzitutto a me stesso cinque - sei cosette:
1) dopo aver scritto i miei primi articoli su Abruzzo oggi, un caro amico d’infanzia, una mattina all’Agip della Marina, mi disse: “We ma ti sei reso di conto di cosa puoi combinare scrivendo su questo giornale ?”. Gli risposi, poiché si trattava di un avvocato: “Embè, se mi querelano, mi difenderai tu”. E lui: “Certo, ma non te l’ho detto per questo. Te l’ho detto, perché ora hai uno strumento col quale puoi fare del male a delle famiglie, sputtanare delle persone, rovinare delle oneste carriere. Il problema non è giuridico, ma morale”;
2) quella raccomandazione l’ho sempre tenuta a mente e non ho mai scritto né per sputtanare e né per fare gli scoop. Chi mi segue lo sa, tanto è vero che ho avuto una sola querela per aver pubblicato un comunicato del centrodestra (peraltro archiviata) e nessuna smentita ufficiale, tranne qualche leggerissima richiesta di precisazione;
3) ho tuttavia anche, e sempre, tenuto a mente che la stampa esercita un ruolo di contrappeso sociale, di sveglia per le coscienze che si addormentano o vengono impaurite, di cane da guardia per il potere o per i poteri. Ed anche questo ho cercato di farlo con trasparenza e mai celando le mie pur temporanee appartenenze e simpatie: mai sono stato ipocrita !
4) ho, inoltre, tenuto a mente che se litigano due fratelli è un fatto privato (e non lo si scrive), ma se uno dei due manda all’ospedale l’ altro quella è una notizia. Se si fanno la guerra dei soci privati, questo può essere un fatto privato. Ma gli stessi i soci fanno parte di un sodalizio che usa strutture pubbliche, allora il loro litigio sulla gestione diventa una notizia di valenza pubblica, su cui i poteri pubblici possono essere sollecitati ad intervenire anche con commissioni ed inchieste previste dalle leggi;
5) naturalmente non mi sfugge che taluni possono utilizzare le inchieste dei pubblici poteri o della stampa come grimaldelli per far soccombere le proprie controparti. Ma so, per esperienza, che le controparti soccombono quando all’azione di cronaca della stampa, di verifica della magistratura, di ispezione interna si unisce un’azione decisa di chi chiede cronaca, verifica ed ispezioni. Per capirci il circuito mediatico giudiziario del ’92 ha mandato a casa la Prima repubblica perché l’opposizione di allora ci ha messo la faccia;
6) Punto.
Ods
Commenti
RSS feed dei commenti di questo post.