La ventricina del vastese il volano per lo sviluppo del territorioTra storia e tradizione la “vescica” presentata come Prodotto topico di Palmoli. Nel pomeriggio di ieri, nella suggestiva aula consiliare racchiusa all’interno delle mura del Castello Marchesale di Palmoli
, alla presenza del Sindaco ingegner Giuseppe Masciulli è stata conferita la nomina di Cavaliere del Prodotto Topico locale all’architetto Attilio Mauri. Il riconoscimento attesta la volontà del ricevente di accogliere al meglio eventuali degustatori e visitatori e l’impegno di collaborare con le Associazioni Ricercazione e Filiera Topica. Presenti alla cerimonia di consegna alcuni tra gli illustri componenti del Comitato scientifico dell’organizzazione: la professoressa Letizia Daniele, la professoressa Onorina Perrella, il professor Giuseppe Manzi, il professor Luigi Murolo, il professor Ernano Marcovecchio, l’onorevole Arnaldo Mariotti e il presidente dottor Orazio Di Stefano.
“Il prodotto topico -afferma il Sindaco- si inserisce all’interno di un percorso che le amministrazioni comunali del vastese hanno cominciato circa 20 anni fa nell’ottica di valorizzare il territorio attraverso la conoscenza e lo sviluppo delle risorse tipiche dei luoghi. L’iniziativa portò alla nascita dell’Accademia della Ventricina con la quale si cominciò a promuovere questo prodotto caratteristico di Palmoli e di tutto l’entroterra vastese. Grazie a tali attività, caldeggiate da imprenditori ed enti locali, oggi la ventricina è conosciuta ed apprezzata anche al di fuori dei confini regionali”. Gli sforzi finora compiuti, però, non sono stati in grado di far sorgere attività produttive che garantiscano costantemente questo bene sul mercato e, soprattutto, non si è riusciti a legare questa preziosa risorsa al territorio. “Non si dovrebbe avere la presunzione di vendere la ventricina a Milano –conclude l’ingegner Masciulli- ma l’ambizione di portare i milanesi qui per consumarla nei nostri contesti naturalistici. Ciò dovrebbe essere l’obiettivo principale da raggiungere attraverso questo tipo di manifestazioni”. E unire il prodotto al territorio rientra tra i compiti cardine che la terza edizione del Prodotto Topico si propone di svolgere conferendo al progetto anche una caratura scientifica attraverso promotori in grado di potenziare gli aspetti storici e peculiari dei luoghi in un programma di sviluppo locale.
Il Patto Territoriale, come sottolinea l’onorevole Mariotti, in passato fu una forma intelligente di recupero del territorio che, però, non portò allo sviluppo di imprese economiche attorno ai beni ad esso collegati. Una risorsa per essere tale deve essere immessa sul mercato e diventare elemento di attrazione che trasformi in meta turistica il luogo di appartenenza. Importante è anche la certificazione del prodotto che attesti tutte le qualità dei suoi componenti e che gli garantisca così non solo di arrivare alla fascia alta dei consumatori ma anche di preservarlo da possibili imitazioni.
Degna di nota è anche la ricostruzione storica delle origini del maiale ad opera del professor Marcovecchio. I fenici, ad esempio, sfruttarono persino le proprietà olfattive di questo animale per orientarsi durante la navigazione; mentre gli egiziani utilizzarono i maiali come animali da traino e come aiuto nella semina dopo le inondazioni del Nilo. Il suino ebbe quindi la prima area di diffusione nell’estremo oriente. In Italia fu introdotto dagli etruschi che ne svilupparono in modo eccellente l’allevamento. Un’altra particolarità è data dal fatto che in passato le dimensioni di questi animali erano molto più piccole; nelle iconografie medioevali il maiale infatti viene raffigurato minuto e con sembianze selvatiche. La varietà attuale risale a circa 200 anni fa. Riguardo gli insaccati, sembra invece avere origini lucane la salsiccia i cui cenni si ritrovano anche in testimonianze romane. Quindi, dalla sua comparsa sulla Terra, questo animale si è sempre rivelato un prezioso alleato dell’uomo.