Inclusione di Sansalvomare

pagano aneglo prof

Economia sociale e solidale. Si deve ripartire dall'economia se vogliamo avere una comunità coesa

I vantaggi che danno l’innovazione e  l’automazione delle produzioni di beni e servizi, non devono essere riservati solo ai pochi maggiori azionisti delle Multinazionali, ma devono essere redistribuiti anche ai lavoratori.

 

Marx (osservando la forma di capitalismo a lui contemporanea) osservava che il lavoro era tutto ed il Capitale era zero.

L’economista Ricardo  diceva, all’inizio dell’800, che il commercio internazionale era un potente sistema economico di cui  beneficiavano tutti i Paesi  e popoli aderenti.

L’elemento fondamentale della globalizzazione è stato la libera circolazione delle merci e dei capitali.

La liberazione dei mercati finanziari ha tolto ogni sovranità alla politica dei governi, e, nella realtà, ha concentrato la ricchezza finanziaria aumentando sempre di più il divario tra ricchi e poveri.

Adesso tutto appartiene al capitale, cioè all’azion,ista e niente va ai lavoratori che ,con la delocalizzazione dei processi produttivi i lavoratori si ritrovano, più che in passato, uno contro l’altro resi ancora più poveri, precari e ricattabili sia nei paesi ricchi che in paesi in via disviluppo.

La globalizzazione sta erodendo il ceto medio ed ha prodotto una disgregazione sociale dove i poveri fanno la guerra ad altri poveri, concentrando la ricchezza mondiale  nelle mani di una diecina di persone.

Il vero problema sociale consiste nel fatto che, in questa società globalizzata, non solo chi è realmente ai margini della società ossia precari,  disoccupati o  giovani che non hanno nessuna prospettiva di futuro, ma anche chi studia o ha un lavoro non si sente parte di una comunità in quanto viviamo  in una società “gassosa” liquida come definita dal sociologo Zygmunt Bauman.

Tutto ciò rende difficile anche la sopravvivenza di una solida opposizione allo stato delle cose, ma io penso che, nel piccolo, sia possibile dare un contributo  a incoraggiare la nascita di forme alternative di comunità  assumendoci ad esempio le nostra responsabilità quando consumiamo, o quando   depositiamo i nostri risparmi, in modo da cercare di creare  un’ economia sociale e solidale da contrapporre alla politica  degli affari dell’azionista e delle multinazionali.

In questa rubrica affronteremo le tematiche ambientali, della finanza etica e del consumo critico e consapevole, ma soprattutto cercheremo di capire cosa possiamo fare noi a livello locale, come lavoratori, come produttori e come consumatori per migliorare concretamente il nostro modo di vivere assieme.

ANGELO PAGANO