Giungo proprio adesso a conoscenza della lettera[1] inviata dalla nostra sindaca al Prefetto di Chieti con la quale invita a riconsiderare la decisione presa relativamente l’accoglienza di 70 richiedenti asilo.
Sotto la suddetta ho letto molti commenti che incoraggiavano questa azione e mi sono meravigliato, allora ho deciso di non rispettare la mia rubrica settimanale e uscire con un contributo extra. Prima di tutto vorrei chiarire chi è il richiedente asilo.
“Un richiedente asilo è colui che è fuori dal proprio Paese e presenta, in un altro stato, domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, o per ottenere altre forme di protezione internazionale. Fino al momento della decisione finale da parte delle autorità competenti, il richiedente asilo ha diritto di soggiorno nel paese competente per l’esame della sua domanda, anche se è arrivato senza documento e in modo irregolare”[2].
L’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più controversi e complessi, che coinvolge in particolare i Paesi sottosviluppati dove ci sono guerre, persecuzioni e dittature. Perché le persone di questi Paesi migrano?
Ovviamente ogni persona ha una storia a sé e ogni Paese di provenienza ha una storia diversa, ma possiamo generalizzare i motivi per cui queste persone scappano.
- Per sfuggire da guerre e violenze;
- Per cercare libertà e sfuggire da dittature;
- Per sfuggire da fame e da economie sottosviluppate;
Ora vediamo nel dettaglio, con dati alla mano, da che Paesi provengono e cerchiamo di capire la situazione in ogni singolo Paese.
Dai dati vediamo che la maggior parte degli Stati sono africani e nella maggior parte dei casi sono stati con forti instabilità socio-politiche fomentate dalle multinazionali. Sappiamo che il sistema capitalista deve reggersi su qualcuno di più debole e quel qualcuno sono tutte quelle persone che vivono in terre ricche di materie prime ma colonizzate da secoli.
La Nigeria, ad esempio, è dilaniata da una guerra intestina che il governo centrale combatte contro Boko Haram e cerca di ristabilire una uguaglianza tra le diverse etnie all’interno dello stato. Non dobbiamo comunque dimenticarci dei tentativi di corruzione da parte delle multinazionali del petrolio (tra cui una italiana)[1].
In Bangladesh non esiste la libertà di parola, nel 2015 sono stati uccisi quattro blogger laici per aver dichiarato il loro ateismo. La situazione economica è disastrosa e instabile[2].
Potrei continuare per ogni Paese nello specifico, ma vorrei anche far riflettere che all’interno della voce altre esistono paesi come la Siria, il Pakistan e l’Afghanistan. Per questi Stati penso che l’approfondimento sia superfluo in quanto sono tutti i giorni sui media nazionali.
Inoltre ben sappiamo che non esiste solo lo status di richiedente asilo ma anche quello di rifugiato politico, che è quello comunemente chiamato profugo, cioè una persona in fuga dal proprio paese a causa di guerre o persecuzioni politiche, e che quindi ha il diritto di asilo politico.
Su questo vorrei fare una piccola precisazione, e per fare questo cito delle parole di Warsan Shire, scrittrice somalo-britannica: “no one leaves home unless home is the mouth of a shark”[3]. Anche Habermas è dello stesso avviso all’interno della discussione sul multiculturalismo con Charles Taylor quando dice che l’immigrato deve essere accolto, poiché nessuno lascia la propria casa se non ha gravi motivi per farlo, ma soprattutto il fatto che chi lascia casa prova già molto dolore nell’atto di farlo.
Continuo cercando di riflettere anche sulle nostre radici, essendo italiani dovremmo sapere benissimo cosa significa l’emigrazione e per quali motivi si emigra, sappiamo benissimo cosa significa lasciare la propria casa e la propria famiglia. Veniamo da un paese (San Salvo) che è sempre stato pronto ad accettare immigrati, sia quelli provenienti dall’ondata degli anni '60 (per capirci quelli provenienti dalle campagne e territori limitrofi per l’industrializzazione della nostra città) sia quella più recente degli anni '90. E ora che facciamo? Respingiamo persone che hanno bisogno d’aiuto? Non mi sarei meravigliato di vedere la maggior parte dell’opinione pubblica non tendere la mano ad una richiesta di aiuto in un paese con una storia differente, ma conoscendo la storia di San Salvo vedere questo rifiuto del diverso mi fa davvero male. In particolare fa male a noi ragazzi che a nostra volta emigriamo e che siamo abituati a convivere con la ricchezza della diversità. Fa male ad un paese che nel 2017, in un mondo completamente globalizzato sceglie di tornare indietro.
Io sono con gli immigrati, e voi? Cosa ne pensate?
Angelo D'Angelo
[1] “Circola con sempre più insistenza e consistenza la notizia secondo la quale a breve giungeranno a San Salvo altri 70 richiedenti asilo. La Città di San Salvo ha già dato il suo contributo di solidarietà ospitando da anni diversi profughi nel centro abitato. Chiediamo al sig. Prefetto di Chieti Corona a riconsiderare questa decisione in considerazione del fatto che questa nuova iniziativa di accoglienza verrà realizzata all’ingresso di San Salvo, nella zona commerciale ove insiste un centro commerciale e diverse altre attività. Verrebbe così decretata la sofferenza del commercio e di numerose imprese locali che hanno investito soldi e sacrifici nelle loro strutture. Non da ultimo occorre considerare che la scelta di collocamento in un’area non socializzabile mortifica sia il richiedente asilo che la stessa popolazione produttiva e commerciale che vede penalizzata la propria vita produttiva con riflessi di turbative di ordine pubblico. Non si può ritenere l’iniziativa economica delle cooperative, che gestiscono i migranti, l’unica meritevole di tutela da parte del nostro ordinamento. Ci sono gli imprenditori del turismo (quelli che non scelgono il guadagno facile), i commercianti, gli abitanti che non vengono in alcun modo rispettati. Le scelte portate avanti dal Governo sono scriteriate e fanno delle popolazioni locali mere vittime delle scelte delle cooperative che guadagnano con questo business milioni di euro l’anno. Ci auguriamo di non dover intraprendere ulteriori iniziative.”
Avv. Tiziana Magnacca
Sindaco di San Salvo
https://goo.gl/mWoyds
[2] https://www.cartadiroma.org/
[1] http://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2017/01/07/news/nigeria-155562247/
[2] http://viedifuga.org/bangladesh/
[3] Warsan Shire, Home, traduzione: nessuno lascia mai la propria casa a meno che questa non sia la bocca di uno squalo”.