Quando pensavamo già di accantonare le categorie ideologie di “destra” e “sinistra” le passate amministrative ci consegnano un rinnovato soggetto politico, che si era quasi dimenticato di esistere come soggetto unitario. Mimetizzato nelle legislature passate,
un numero scarno di leghisti e fratelli d’Italia era rimasto vivo, ora, a fine legislatura arriva il colpo di coda. È tornata la destra italiana, una destra sovranista, nazionalista, populista, no-tax, no migranti, anti parlamentarista e fascista. Non è più la destra di chiaro profilo liberale con radici cristiane è un nuovo soggetto, uguale ma diverso, ma perché ha avuto questo successo? Qual è il segreto di questa strategia vincete? Mi limiterò ad una breve analisi riguardate la comunicazione di questi nuovi soggetti e di come utilizzano i social come volano di preferenze.
Esaltano l’inefficienza dei governi social-democratici, in un mondo regolato da dinamiche sovra-nazionali e globalizzate riportando all’interno del dibattito pubblico miti nazionalistici. Utilizzano una comunicazione tagliata su misura dei social, che possiamo chiamare “mordi e fuggi”. Motti e slogan che sostituiscono programmi politici ben definiti. Linguaggio colorito e volgare.
In più, secondo i ricercatori Tom Stevens e Peter Neumann del King’s College di Londra, per gli estremisti neri la rete assolve ormai ad almeno tre funzioni decisive:
- Offre la «possibilità di creare una sorta di “pacchetto” ideologico dove testi, immagini, video e materiali fruibili anche in forma interattiva, ad esempio attraverso i blog, rafforzano le tesi che si vogliono proporre ai nuovi adepti di un gruppo o anche a dei semplici internauti occasionali»;
- Non rende più necessario il «doversi recare di persona a incontri o meeting», poiché permette di «entrare in contatto con qualsiasi formazione, anche la più radicale, attraverso il proprio computer»;
- Attraverso il web «si possono sviluppare delle nuove reti sociali, in cui punti di vista o comportamenti, normalmente inaccettabili nella società, diventano “normali”. Gli estremisti possono circondarsi in questo senso di persone che condividono opinioni radicali quanto le loro».
Viene identificato un nemico comune, tanto in Salvini che in Marine Le Pen è l’immigrato o il musulmano, bisogna cacciare via l’invasore in difesa della laicità dello nostro Paese e in difesa di noi Italiani che veniamo prima di loro. Offrire a tutti non un programma politico, che potrebbe migliorare la loro situazione, bensì dei capri espiatori comodi per appagare la loro sete di rivalsa. Lo storytelling si caratterizza mettendo un marchio alle paure delle persone.
Vengono ridefiniti a livello semantico termini come “popolo”, “Stato”, “nazione”, “confini”.
Sono caratterizzati da una connotazione né di destra né di sinistra perché riescono ad assumere posizioni di sinistra in campo sociale e di estrema destra per quanto riguarda il tema immigrazione.
La comunicazione è semplice, video in cui si esaltano le gesta delle “risorse” conditi da frasi che invitano all’azione facendo sentire coloro che seguono le pagine come parte integrante del processo comunicativo, in un certo senso crediamo di essere ascoltati. Disintermediazione e interazione sono i punti di forza di una comunicazione fatta di slogan e luoghi comuni.
Ultimo punto fondamentale da prendere in considerazione è il target, chi è che vota la nuova destra?
- I simpatizzanti di Grillo; i delusi di Grillo ormai corrotto dal sistema;
- Personaggi dalle chiare velleità fasciste che ricordano a tutti che lo stato sociale, l’Agro Pontino, la bonifica, le tabelle dei treni, e quando c’era lui si stava bene;
- Complottismo classico (signoraggio bancario/scie chimiche);
- Istanze no global di matrice Anti-Euro, nostalgici della Lira.
- Gente comune mediamente incazzata.
- I laureati all’Università della vita e coloro che studiano politica su Facebook a cui non è chiara la differenza tra informarsi e studiare.
Un punto su cui riflettere realmente è la gente comune, cioè la classe media, una volta rappresentata dalla sinistra e che oggi in una situazione economica disastrosa si appiglia a qualunque promessa pur di veder ristabilito il suo status.
Angelo D'Angelo