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La prima...se bon

 ...ma non solo...

È andata in scena sabato 4 maggio la prima di "Predde e sacrastane", ultima commedia degli Amici del sorriso, la compagnia teatrale sansalvese che è il rinnovamento nella continuità della storica "Renato Bevilacqua".
In continuità gli attori: il notissimo Felice Tomeo detto Sebon, Nicola Civitarese, Angelo Di Bartolomeo e Francesca Ciccotosto. In rinnovamento Ivana Iezzi, Carmen Di Vito, Lara Franceschini, Iva kalziqi.


Di rinnovamento c'è soprattutto Nicola Civitarese come regista.
In continuità coi decenni della "Bevilacqua" si offre al numeroso pubblico (20 serate di replica significano migliaia di spettatori): il dialetto sansalvese che è unanimamente accettato come tratto identitario e popolare da chi vive qui, compresi quelli che non lo parlano, come la Di Vito; il personaggio Tomeo, la cui personalità oramai si confonde col personaggio dalla originale mimica facciale e dalle tante battute che transitano dal palcoscenico alla sua ferramenta e viceversa; la morale della rappresentazione che c'è sempre. In "Predde e socrastane" essa è affidata ad una perpetua affascinante e non arcigna e consiste nella divisione dell' eredità di un parroco (convitato di pietra) tra la stessa perpetua, il sacrestano, due ladruncoli e una prostituta. A quest' ultima verranno dati i due quindi del cospicuo lascito; agli altri tutto il resto. Ovviamente a condizione che prostituta e ladri tornino sulla retta via. Insomma, solidarietà verso tre derelitti che l' avranno vinta contro una triade di suore, composta da un' arcigna superiora, un'anziana monaca pettegola e una giovane suorina affascinata dal petto villoso di un giardiniere. Si tratta di una morale alla De Andrè che rovescia l' ordine delle cose, avvantaggiando gli ultimi e penalizzando l' Istituzione. Ma non è solo questa la novità della regia targata Civitarese. La più significativa sta nei lunghi monologhi che egli affida alla Ciccotosto (quando propone la ricordata morale), alla Di Vito (quando le fa raccontare la sua voglia di redenzione) e a Di Bartolomeo (nell' incipit dello spettacolo). Tuttavia l' aver affidato lunghi monologhi a costoro non ha penalizzato gli altri attori. Infatti, le tre suore piacciono nonostante i ruoli alquanto arcigni ed il duo Tomeo - Civitarese si consolida, ma nello stesso tempo rafforza tutto lo spettacolo con interlocuzioni e "confessioni" a 360 gradi. L' originalità di questa regia sta nell' aver voluto rendere protagonisti tutti gli attori, senza puntare su qualcuno in particolare. Per Civitarese arebbe stato facile caricare tutto su Tomeo che comunque ha avuto un ruolo centrale. O anche su sé medesimo. Invece il regista ha creato un cast di pari, con tempi di apparizione perlopiù uguali e con battute equamente distribuite. Non sappiamo se lo abbia fatto per amalgamare gli attori. Ma possiamo dire che il pubblico si è divertito. Quindi buona la prima.

Orazio Di Stefano

 

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