Fioravante D’Acciaro, figlio di genitori salvanesi, ha tagliato il traguardo degli 86 anni, ma le sue condizioni fisiche sono abbastanza buone. Da piccolo, dopo aver compiuto sei anni, frequentò le scuole elementari, ma ad una certa ora del pomeriggio si recava dal calzolaio per imparare a risuolare le scarpe.
Inoltre, i genitori gli consegnarono l’intero gregge da portare al pascolo. A 13 anni era cresciuto abbastanza; fu sempre tra i primi a sfilare nelle manifestazioni per la consegna ai contadini delle terre del bosco Motticce. Diventato un giovanotto, lavorava le terre dei possidenti; nel tardo pomeriggio frequentava la scuola popolare. In una mattina piena di sole, lasciò scorrere la zappa dalle mani ed afferrò lu trìffule per bere qualche sorso d’acqua; alzando la testa vide una ragazza bellissima nel campo attiguo al suo, che raccoglieva le spighe di grano. Restò incantato. All’improvviso il battito cardiaco cominciò ad accelerare. In quel tempo ai ragazzi era proibito avvicinarsi alle ragazze. Fioravante ritornò a casa con la testa confusa. Quella notte non prese sonno. Nei giorni seguenti s’informò sull’identità della ragazza. In seguito si rivolse ad un intermediario (lu ‘mmasciatòre) che fece da tramite per avere il consenso di sposarla. I genitori della ragazza si dichiararono d’accordo. Così si potè festeggiare il fidanzamento. La celebrazione del matrimonio avvenne dopo poco tempo (l’8 ottobre 1955). La vita in due proseguì magnificamente. Dopo alcuni anni si ritrovarono senza le risorse necessarie per vivere. Fioravante preparò le valigie e a malincuore emigrò in Inghilterra alla ricerca di un lavoro. Rimase per qualche mese, ma poi andò in Francia. Cominciò a soffrire di nostalgia per la lontananza da casa. Una mattina caricò le valige sul treno e fece ritorno in Italia. Ricominciò a lavorare nei campi. Nella famiglia regnava un’atmosfera serena e affettuosa. Non avrebbero mai pensato che, dopo molti anni, li avrebbe colpiti un tremendo lutto. Infatti, il figlio trentenne Luigi, soffrì di una male incurabile che lo portò alla morte in poco tempo. La ferita è ancora aperta. Dopo 65 anni di matrimonio, la fiamma del loro amore, però, non si è spenta. Non per niente sono soliti affermare:” Ci vogliamo bene più di prima”. Fino ad oggi, Fioravante continua a coltivare la terra, con grande forza d’animo, con spirito giovanile e scanzonato. Il suo destino è legato alla terra.
Michele Molino