Campotosto a rischio. Nessun dorma!
Secondo Sergio Bertolucci, presidente della Commissione Grandi Rischi c’è la possibilità che in Abruzzo possa accadere quanto avvenne nel Vajont nel 1963. Intervistato dal Tg3
ha dichiarato senza mezzi termini che a Campotosto, a pochi chilometri dall’Aquila, c’è una diga che poggia su una faglia che si è parzialmente riattivata con l’ultimo terremoto. “Lì ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago e possono provocare, per dirla con parole semplici, l’effetto Vajont”. Un allarme rosso, di cui il geologo si è assunto la responsabilità, ammonendo che “se si avverte un aumento del rischio, bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione”. La dichiarazione di Bertolucci rappresenta un vero e proprio allarme rosso che non può assolutamente essere preso ignorato. Con un territorio in movimento com’è quello abruzzese, soprattutto intorno al massiccio del Gran Sasso, l’ipotesi adombrata va verificata con grande senso di responsabilità. Si muovano dunque subito lo Stato, la Protezione Civile, la Regione, i Comuni velocemente e scrupolosamente soprattutto. Nel caso del Vajont, come emerse poi dal processo, fu la superficialitá e l’inavvedutezza degli uomini la causa prima del disastro che avvenne quando una parete rocciosa del Monte Toc franò nel lago artificiale sottostante provocando un’onda anomala che scavalcò la diga e sommerse la valle sottostante. Le vittime furono 1910.
Peppino Tagliente