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Scritto da Sansalvomare

MATTIOLI PALOMBARO

Il Mattioli di San Salvo in visita a Palombaro ed Altino

È ormai un fenomeno molto diffuso tra i giovani quello di lasciare il paese di origine (specialmente se un piccolo centro) per “emigrare” in città più grandi, con le più disparate motivazioni (studio, lavoro…)

Questo fenomeno coinvolge anche numerosissimi centri dell’entroterra abruzzese, che si vede privato della componente giovane della popolazione e quindi di nuova linfa. Da questa constatazione nasce il progetto “Abitare i luoghi” del dott. Orazio Di Stefano, che appunto si pone come obiettivo quello di rivalutare e rivisitare queste località che nonostante tutto hanno da far sentire una fortissima tradizione culturale, storica e, non meno importante, gastronomica.

Al progetto ha aderito anche l'IIS R. Mattioli di San Salvo grazie alla dirigente Sara Solipaca. Molti studenti dell’istituto lo scorso 30 marzo si sono recati presso i comuni di Palombaro e Altino, due paesi dell’entroterra abruzzese, per un “tour” tra tradizione, storia, cultura e buon cibo.

La prima tappa è stata l’ Eremo di Sant’Angelo di Palombaro, che si trova in una grotta naturale di roccia calcarea: il fenomeno dell’eremitismo fu assai sviluppato nel medioevo ed è tuttora profondamente collegato alla storia dei comuni nell’area della Majella. Nonostante questa origine, l’eremo sopracitato sembra essere più un luogo di culto per gli abitanti della zona. Secondo la leggenda le donne avrebbero potuto riacquisire la loro fertilità grazie ad alcune cerimonie di carattere superstizioso (ad esempio immergere le mammelle nelle vasche presenti nell’eremo). Guida d’eccezione il giovanissimo consigliere comunale di Palombaro dott. Danilo Cavaliere: l’eccezione che conferma la regola.

Per continuare il nostro percorso nella storia, abbiamo visitato il “museo del minatore” di Palombaro. Alcuni “vecchietti” ex minatori in Belgio e Francia ci hanno accolto gioiosamente e abbiamo potuto comprendere come la necessità di lavoro abbia portato loro ad una scelta così difficile, quella dell’emigrazione. D’altronde, l’esistenza del genere umano, secondo il celebre filosofo Giambattista Vico è un susseguirsi di “corsi e ricorsi storici”, non bisogna quindi meravigliarsi di come il fenomeno dell’emigrazione si riproponga tutt’oggi.

Dopo aver conversato e riflettuto con le nostre guide, abbiamo potuto assaggiare i prodotti alimentari principali di Palombaro: pasta fatta in casa, con la farina proveniente dai campi della zona, con una varietà di ceci tipica e pizza fritta con capocollo. Oltre ad essere una delizia per il palato, questi prodotti hanno permesso di conoscere nuovi ingredienti e sapori piuttosto diversi rispetto a quelli della zona sansalvese.

Ad Altino invece, prodotto ”topico” è il peperone, tanto da avere una sagra a lui dedicata nell’ultima settimana di agosto e un museo, nel quale viene raccontata la particolare storia di questo vegetale e gli usi di oggi.

Tradizioni e storie, queste, che non dovrebbero mai essere dimenticate dalle nuove generazioni, perché costituenti dell’identità regionale e locale, che pian piano sta logorandosi.

La patria, probabilmente, è come la famiglia, se ne sente il suo valore solo quando la si perde. (Gustave Flaubert) RSS "R. Mattioli",

Lorenzo Tana, Alessandra Albo