Venerdì 19 agosto prossimo ad Agnone vi sarà per la seconda volta la finale del Prodotto topico 2016. L’evento agnonese chiude un lungo percorso culturale e gastronomico,
partito proprio ad Agnone il 13 dicembre 2015, che ha attraversato 59 Comuni (di Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria), nei quali un Comitato scientifico di accademici ed esperti di storia locale ha proclamato il prodotto identitario dell’arte culinaria locale (i video relativi alle visite nei borghi ed alle cerimonie sono visibili su www.sansalvomare.it)
I 59 Comuni con i rispettivi 66 prodotti topici (alcuni ne porteranno più di uno) saranno ulteriormente e complessivamente valutati ad Agnone e torneranno a Vasto per essere proclamati il 27 agosto. Vi saranno, solo per fare degli esempi; i noti formaggi di Frosolone e della stessa Agnone. Palmoli presenterà sia la polpa di ventricina che la ventricina, Palombaro il coniglio porchettato e la pizzetta fritta con farina di solina e salumi locali. E poi innumerevoli animali: capre, polli, maialini, porchette e il suino nero di Calabria, oltre a gustosissimi primi piatti con carciofo, tartufo, fagioli e cozze, al peperoncino, al sugo di capra, cipolle… Ma anche piatti legati alla terra ed alla civiltà agropastorale come melanzane (marchigiane e vastesi), pizza e foje, pizze figlitt, pizza scima, panunti con salsiccia e zuppe e zuppette varie. Né mancheranno i dolci della tradizione: celli pieni, cip piliate e tarallucci. Insomma, un assortimento di storia ed identità gastronomica che non si trova in nessuna altra parte.
Ad Agnone una giuria di esperti, presieduta dal fondatore della Condotta vastese di Slow food Raimondo Pascale, assaggerà e valuterà prodotti in lizza. I risultati saranno comunicati a Vasto nella cerimonia di proclamazione, che inizierà a Palazzo D’Avalos alle 23,00 del 27 agosto.
Quest’anno l’evento è stato organizzato dalle Associazioni Ricercazione e Filiera topica, con la collaborazione dell’ Unione nazionale delle piccole e medie imprese italiane.
La volontà di mettere a rete i prodotti identitari di città e paesi (di 6 Regioni del centro sud Italia) è invece scaturita da un’analisi quali-quantitativa fatta con alcuni docenti del Dipartimento di sociologia dell’Università D’Annunzio di Chieti, con cui sono stati analizzati i motivi per i quali tanta gente (giovani compresi) passa il proprio tempo libero a cucinare i prodotti della tradizione nelle sagre e nelle manifestazioni più svariate. Nel loro impegno ci sono i racconti delle nonne, la socializzazione intergenerazionale, l’orgoglio etnico ed anche la voglia di contrapporre alla globalizzazione massificante e poco attenta alla salute la natura ancora incontaminata della propria dimensione locale. Ma anche la volontà di amministratori attenti che intravvedono in questa riscoperta di gusti e sapori antichi la possibilità di creare posti di lavoro, tornando alle campagne colpevolmente abbandonate nei decenni della industrializzazione selvaggia, sottoposta oggi alle bizze del capitalismo finanziario. Non c’è, dunque, solo la possibilità di assaggiare buoni piatti agroalimentari, ma anche il contributo che viene dato a questo nuovo indirizzo di sviluppo locale, promuovendo l’impegno di volontari nelle associazioni aderenti, di attori sociali ed imprenditori illuminati che trasformano nei propri ristoranti e nelle proprie aziende i prodotti della propria terra e di amministrazioni comunali sensibili.
Orazio Di Stefano
Commenti
si troverà posto per il camper ?
RSS feed dei commenti di questo post.