SAN SALVO | La sinistra locale si compone storicamente di tre tradizioni: la comunista, la socialista e la gruppettara. La comunista è entrata in Consiglio comunale dal dopoguerra e non ne è più uscita; la socialista vi è entrata con Carlo Cardarella nel 1975
e da allora ad oggi ci è sempre rimasta tranne che nel quadriennio '98-2002, allorquando fu defenestrato Angelo Di Pierro da Angiolino Chiacchia; la gruppettara vi entrò nel '82 con Mario Codagnone, poi sostituito da Angelo Pagano e da Giovannino Artese, che fu consigliere dal ' 98 al 2002 ed oggi è in Giunta. Nella prossima Amministrazione l'ex leader di Lotta Continua, Artese, ha molte chance di tornare a governare perché è molto stimato sia da Spadano con cui si candida che dal sindaco, che lo ha definito il miglior assessore alla cultura di tutti i tempi, facendo incavolare Alfredo Bucciantonio, che pure fu delegato alla cultura. Chance di essere ancora rappresentati ce l'hanno anche i socialisti, poiché colui che per il Psi fu assessore comunale e consigliere provinciale, Osvaldo Menna, è uno dei quattro sindaci designati, che - come è noto - hanno precedenza di elezione rispetto agli altri candidati in Consiglio. E poi il mio amico Angelo Di Pierro sta ripetendo col centrodestra l'operazione del '98, allorquando mettemmo assieme le preferenze dei suoi estimatori personali e dei socialisti che votavano Forza Italia per riuscire a farlo arrivare tra il secondo e terzo posto. Può sembrare strano ma la tradizione che rischia di non essere rappresentata nel prossimo Consiglio è quella del Pci, che negli ultimi cinque anni ha avuto solo due rappresentati (Mariotti e Marchese) per quanto autorevoli come ex sindaci. Ma alle prossime elezioni, né Mariotti e né Marchese saranno ricandidati. E se la Magnacca dovesse vincere, gli ex comunisti potrebbero concorrere solo per tre posti su sei in minoranza, di cui tre potenzialmente occupati dai tre candidati sindaci (nessuno proveniente da falce e martello). Resterebbero appunto tre posti, cui puntano candidati importanti provenienti da realtà associative, sanitarie e parrocchiali. Per questo, coloro che portano cognomi di sinistra come Ruggieri, Chinni, Pracilio e D'Acciaro hanno un dovere in più: dare continuità a quella presenza politica iniziata settant'anni fa con le lotte del bosco, proseguite sessant'anni fa nelle prime cooperative agricole e poi cinquanta.anni fa nei primi Consigli di fabbrica per arrivare trent' anni orsono alle Amministrazioni di sinistra. Certo due-tre posti per chi viene da così lontano sono davvero pochi e sarebbe paradossale avere un Consiglio con tanti ex democristiani, qualche ex missini, uno o due socialisti, un gruppettaro e nessuno che viene dal Pci. Compagni pensateci.
Ods