La notte scorsa tutti in città hanno sentito gli elicotteri di Carabinieri e Guarda di finanza, che hanno dato supporto operativo agli uomini in divisa che hanno perquisito abitazioni ed esercizi pubblici, traendo in arresto importanti spacciatori di droga di livello internazionali.
Il notevole dispiegamento di forze è giustificato dalle contestazioni degli inquirenti, che stanno applicando le durissime norme regolate dalle leggi antimafia, conosciute come 416 bis. La città è giustamente e naturalmente grata ai magistrati, agli inquirenti ed ai militari che hanno partecipato alle coraggiose operazioni. Speriamo che quanto è accaduto e quanto accadrà col probabile ed auspicabile rinvio a giudizio degli accusati serva a sgominare questa banda.
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Il punto, però, è che dopo questa banda ne potrebbe nascere un' altra, che si mette a spacciare e si lega alla mafia foggiana, piuttosto che a quella pugliese o siciliana o alla ndrangheta calabrese. Quindi, come cittadini democratici, ligi alle leggi, amanti della propria comunità, dotati di senso civico non limitiamoci ad applaudire su Facebook e non lasciamo tutto nelle mani dei pur bravissimi giudici e militari, per almeno due motivi. Primo: la droga non è solo un fenomeno giudiziario e militare. Secondo: combattere la droga è dovere di tutte le articolazioni dello Stato, che è senz' altro composto da Giudici e Militari (nel senso di ufficiali ed agenti di Pg). Ma anche da Aziende sanitarie locali per la cura ai tossici, dai Servizi sociali per la prevenzione ai potenziali dipendenti e dai Servizi culturali per la coesione sociale. La droga si combatte sul piano militare (come stanno stanno facendo le forze dell'ordine), ma anche sul piano della prevenzione medica, sociale e culturale, come sono chiamati a fare le altre articolazioni dello Stato: Ministeri della salute e del lavoro (la disoccupazione è senz' altro una concausa della diffusione delle droghe), Regioni (che programmano interventi sanitari nei territori), Comuni (che attuano politiche culturali a livello locale) ed altri attori pubblici - privati (che abbiano mission umanitarie e collettive). Tutti insieme (ciascuno secondo il proprio ruolo sociale e secondo la propria funzione professionale) dobbiamo concorrere a produrre politiche ed iniziative di coesione sociale: se la società si disgrega, i ragazzi più deboli finiscono nell' accettare le bustine della morte.
Ods