Tiziana Magnacca è passata alla Lega: meglio tardi che mai. L'avrebbe potuto fare quando il coordinatore locale della Lega era stato latore di un' offerta irrinunciabile: il collegio elettorale uninominale Vasto-Lanciano. Ed invece ha detto "non cambio partito". L' avrebbe potuto fare quando
Nazario Pagano e c. hanno fatto le scarpe a Fabrizio Di Stefano, suo amico dai tempi dell' opposizione comunale. Ed invece é passata quasi per una che tradisce gli amici. L' avrebbe potuto fare quando Forza Italia l' ha candidata in posizione ineleggibile, cioè dopo Gianfranco Rotondi, "inducendola" a fare una campagna elettorale in salita. Ed invece ha fatto una campagna elettorale con buon viso a cattivo gioco, per disciplina...di partito. L' avrebbe potuto fare quando quelli che l' avevano così maltrattata hanno fatto candidare il "suo" vice sindaco contro l' assessore Marcello, a cui lei aveva già garantito pubblico appoggio. Ed invece l' hanno indotta, per la seconda volta in un anno, a fare un' altra campagna elettorale, con buon viso a cattivo gioco. Dunque, dopo quattro buoni motivi per sbattere la porta, il sindaco di San Salvo ha lasciato Forza Italia, per andare con Salvini. Qualche collega azzarda l' ipotesi che sia pronta una candidatura per Bruxelles il prossimo 26 maggio. Il collegio in tal caso sarebbe tutto il sud Italia, quindi molto ampio, cosa che la costringerebbe a spendere energie e risorse con pochissime possibilità di portare a casa il risultato. Per cui sarebbe logico che l' offerta riguardasse le prossime elezioni politiche (uninominale e/o proporzionale). Che se Salvini farà cadere il Governo potrebbero svolgersi dopo le europee. Ma in politica si sa che tutto è possibile, anche che qualcuno le dicesse: "Dacci una mano a far andare bene le europee, così Salvini può far cadere il Governo e determinare le elezioni anticipate, dove tu puoi candidarti". Un consiglio spassionato per la Magnacca. Se le dovessero proporre una cosa del genere, rispondesse senza pensarci due volte: "Grazie, ho già dato. O meglio: a spremermi come un limone ci hanno già pensato quelli di Forza Italia", perché chi è stato punto da una serpe deve temere pure una formica. Ma nel suo caso se gli azzurri si sono comportati come delle serpi, è vero pure che i leghisti non sono formiche. Inoltre il fatto che la Magnacca sia uscita senza sbattere la porta, cioè senza accusare i forzisti delle rilevate scorrettezze nei suoi confronti, potrebbe anche essere dovuto alla opportunità di non inimicarseli troppo, anche perché una sua candidatura unitaria di collegio dovrebbe non essere osteggiata da Forza Italia. Infine, se è vero che Bellachioma oggi comanda e quindi può prendere degli impegni, alla Lega le cose funzionano un tantino diversamente da Forza Italia dove i candidati li decide Berlusconi, udito il coordinatore regionale. Alla Lega, invece, li decide Salvini, uditi gli organismi regionali e non solo il coordinatore. Ciò detto, con questo passaggio il nostro sindaco ipoteca la sua candidatura alle prossime politiche. Ma sarebbe stato meglio che l' avesse fatto prima. Ora però cosa fatta...capo ha.
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A proposito di capi. Posto che, come sappiamo, Tiziana Magnacca è il capo vero del Comune, va detto che a questo punto l' Amministrazione comunale è un quadripartito, con il sindaco leghista, il vice forzista, Tonino Marcello azionista e con Spadano menefreghista (non senso che, arrivati a questo punto, il presidente del Consiglio comunale può fare a meno di stare dentro un partito). Ma sarà interessante vedere in quali di queste 4 aree si schereranno i consiglieri e gli assessori. Azzardiamo un'ipotesi. In Giunta seguiranno la Magnacca: Faienza e Lippis, il quale così facendo si ricongiunge al suo (ex) storico amico Argiro', che in Lega era entrato prima di tutti costoro); Marcello con Ap, Travaglini con Forza Italia e Raspa coi menefreghisti, ma fino ad un certo punto, perché Torino potrebbe voler piazzare suo zio e quindi anche il buon Fabio dovrebbe trovarsi dei "protettori" in Consiglio. Dove dovrebbero seguire la Magnacca: De Nicolis, Faga, Esposito, Sarchione e la Marinelli (quest' ultima sarà alquanto "corteggiata", perché é anche consigliere provinciale); Di Filippantonio e Giammarco Travaglini dovrebbero stare con Marcello; Torricella starà in Forza Italia e "quindi" con Maria Travaglini; Spadano e Zinni dovrebbero stare fuori dagli schemi predetti. In ogni caso, sarà contento il coordinatore Vitale Torino, che passa da 0 a 7 amministratori. Tra cui il sindaco in carica e quello prossimo.
Ods
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