Editoriali

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The BREXIT election

Questo è il titolo che campeggiava ieri notte sopra gli exit poll della lunga Maratona di Mentana, il cui vero titolo, a rigor di logica, avrebbe dovuto far riferimento al duello elettorale Johnson - Corbin o allo scontro elettorale progressisti - conservatori.



Invece, ha fatto bene LA 7 a scrivere BREXIT, perché i britannici non hanno votato, come fanno da sempre, per un Tory o un socialista o qualche cespuglio. Essi hanno scelto tra chi voleva chiudere la partita con l' Europa (Johnson) e chi era indeciso sul tema (Corbin).

Personalmente avrei votato quest' ultimo, condividendone totalmente il programma, con cui il socialista avrebbe voluto riportare più Stato nell' economia e nello Stato. Ma avrei anche avuto dubbi, forti dubbi, sulla realizzabilita' di quello stesso programma, in costanza dei vincoli europei.

Mi chiedo spesso se sarà possibile fare una politica ordoliberista ove gli italiani dovessero dare la maggioranza assoluta a Stefano Fassina, che è certamente più a sinistra di Pd e LeU.

Mi chiedo spesso se sarà possibile fare una politica autenticamente di destra ad un probabile Governo Salvini-Meloni.

Oramai l' Italia è poco più di una Regione, anche se ha ancora sovranità sulla politica estera e militare.

Tutta la politica italiana monetaria e del tesoro è di fatto delegata all' Europa, come per altri 25 Paesi: solo la Francia e la Germania possono fare quel che vogliono.

Con le attuali regole, sia un Governo autenticamente di sinistra e sia uno autenticamente di destra avrebbero pochi margini di manovra finanziaria e politica. Anche se i partiti non lo ammettono, purtroppo questo è il quadro.

Tuttavia la destra appare più antieuropeista della sinistra, che quindi è al momento svantaggiata, perché gli elettori l' associano all' Europa, che è sputtanata e malvista. 

Eppure c' è stato un tempo in cui le parti erano invertite. Ossia i moderati (Dc e destra democratica) erano pro Europa e i progressisti erano contro la costruzione europea, come dimostra l' intervento di Giuseppe Di Vittorio in Parlamento, che il mio caro amico Antonino Orlando, mi ha inviato e che consiglio a tutti di leggere.

Ods

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